Alzheimer: studio italiano svela chiave per una diagnosi precoce

A coordinare la ricerca, pubblicata ieri sull’importante rivista internazionale Neurology, e’ stata la neuropsicologa Margherita Di Paola, giovane ricercatrice presso il Laboratorio di Neurologia Clinica e Comportamentale dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma e presso il Dipartimento di Medicina e Sanita’ Pubblica della Facolta’ di Medicina dell’Universita’ dell’Aquila. Al lavoro scientifico hanno collaborato il Dipartimento di Neuroscienze dell’Universita’ di Roma Tor Vergata e la Clinica della Memoria di due nosocomi della Capitale: il San Camillo-Forlanini e il San Giovanni Addolorata. Il progetto si e’ svolto sotto la supervisione del professor Carlo Caltagirone, direttore scientifico della Fondazione Santa Lucia, coadiuvato dal dottor Gianfranco Spalletta, psichiatra dello stesso Istituto specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Da circa venti anni si studia con interesse il corpo calloso nei soggetti affetti da Alzheimer ma l’omogeneita’ dei pazienti e’ stato un aspetto spesso trascurato nella letteratura scientifica, a causa della difficolta’ di recuperare gruppi numerosi di individui caratterizzati dalla stessa fase della malattia. La novita’ nel lavoro dei ricercatori romani e’ di aver indagato gruppi di pazienti omogenei e suddivisi per severita’ di patologia, applicando due tra le piu’ recenti tecniche di Risonanza Magnetica strutturale: la Voxel Based Morphometry e il Diffusion Tensor Imaging. Proprio la suddivisione dei pazienti in gruppi omogenei e’ stata la premessa per mettere in luce la presenza di due processi di degenerazione della sostanza bianca del corpo calloso, individuando dove e come questo subisce cambiamenti durante il corso della malattia. “Il cambiamento del corpo calloso – sottolinea Di Paola – e’ una caratteristica misurabile e valutabile obiettivamente. Tale misura puo’ fornire informazioni riferibili a processi biologici normali o alla presenza di processi patogeni, a un costo relativamente contenuto, quello di una risonanza magnetica, esame ormai entrato appieno nella routine diagnostica”.
