Barbecue non proprio ‘salubre’: carne rossa ‘carbonizzata’ espone al rischio di cancro alla vescica
Il barbecue farà pure bene alle relazioni sociali, fungendo da fulcro durante serate e picnic tra amici, e gioverà pure al palato, ma non fa bene alla salute: consumare troppa carne rossa raddoppierebbe il pericolo di sviluppare il cancro alla vescica, e il rischio aumenta se la carne è mangiata cucinata sulla griglia, troppo cotta o fritta. A mettere in evidenza i pericoli di barbecue e affini è una ricerca condotta dagli studiosi americani dell’University of Texas e presentata alla US Cancer Research Conference.
Croccanti e saporite, le parti più bruciacchiate della carne cotta alla brace sono quelle che più deliziano il gusto, ma sono anche quelle che fanno più male: sono infatti proprio le parti carbonizzate – già collegate al cancro al pancreas – a generare le sostanze chimiche cancerogene nocive per la vescica.
La ricerca si è basata sui dati di 1700 persone, seguite per 12 anni, la cui dieta includeva carne alla griglia: ed è emerso che le persone che consumavano periodicamente carne alla brace hanno fatto registrare il doppio di probabilità di sviluppare il cancro rispetto a coloro che la mangiavano più raramente, e che il rischio era più alto per coloro che preferivano bistecche, braciole di maiale e pancetta. Non solo, avvertono i ricercatori: anche il pollo e il pesce, sebbene siano alimenti più leggeri, se consumati fritti incrementano a loro volta in maniera significativa le probabilità di insorgenza di neoplasia alla vescica.
Nello studio, durato oltre 12 anni, i ricercatori hanno analizzato il DNA di tutti i partecipanti per capire come i diversi individui metabolizzavano la carne cotta: ed è emerso che alcune persone correvano un rischio fino a 5 volte maggiore di sviluppare il cancro. “Questi risultati confermano il nostro sospetto – spiega Wu Xifeng, principale autore della ricerca – che le persone che mangiano molta carne rossa, specialmente se cotta alla brace o fritta, sembrano avere un rischio maggiore di sviluppare il cancro alla vescica”. (ASCA)