Equivalenti: l’Italia deve entrare in una dimensione europea
La Corte di Giustizia dell’UE ha ritenuto ammissibili gli incentivi pubblici ai medici perché prescrivano i farmaci a minor costo. Si allarga così il divario culturale in materia di farmaci equivalenti tra l’Italia e il resto dell’Unione. Le proposte di AssoGenerici per garantire la sostenibilità dell’assistenza farmaceutica attraverso lo sviluppo degli equivalenti
Milano, 30 Aprile 2010 – “La Corte di Giustizia europea si è pronunciata a favore dell’introduzione da parte dello Stato di incentivi diretti ai medici che prescrivono medicinali equivalenti, riconoscendo che queste misure, volte a ridurre la spesa farmaceutica, non intaccano né la libera concorrenza, né vanno a detrimento della salute. Ci auguriamo che questa pronuncia così netta sia di stimolo a quei paesi, come l’Italia, dove si registra una pericolosa inerzia nella promozione di questo settore, anche se il ricorso agli equivalenti, e oggi ai biosimilari, viene riconosciuto come uno degli elementi chiave per garantire prestazioni sanitarie di elevata qualità senza compromettere la compatibilità economica dei servizi sanitari”.
Questo il commento del presidente di AssoGenerici,Giorgio Foresti, alla notizia della sentenza pronunciata dalla Corte del Lussemburgo nel procedimento che aveva avuto origine da un ricorso della ABPI (l’associazione dei produttori di medicinali branded britannici) contro le misure attuate dal Governo di Londra per aumentare le prescrizioni di medicinali equivalenti in luogo delle specialità di marca. La sentenza è stata pubblicata a ridosso della presentazione del programma 2010-2011 di AssoGenerici che, spiega Foresti, “è in perfetta sintonia con le indicazioni che vengono dall’Europa.
Tra i nostri obiettivi, infatti, rientra una serie articolata di misure per favorire lo sviluppo degli equivalenti in Italia. In primo luogo, si tratta di favorire il rapido accesso al mercato dei farmaci equivalenti non appena si ha la scadenza del brevetto, obiettivo per il quale si potrebbero stabilire meccanismi di fissazione automatica del prezzo di rimborso, e mettendo al bando tutte le pratiche dilatorie che sono già state denunciate a suo tempo dalla stessa Commissione europea per la concorrenza. Il nostro documento però, prospetta anche una serie di interventi più articolati, rivolti alle diverse specificità”. Nel caso dei medicinali di uso ospedaliero, per esempio, AssoGenerici chiede la creazione di regole più chiare per determinare il prezzo a base d’asta delle gare che corrisponda al prezzo contrattato con l’AIFA, così come chiede l’impegno a che le forme di centralizzazione delle procedure di acquisto non si traducano in un semplice strumento di riduzione dei prezzi. Per AssoGenerici, naturalmente, va anche rivista la questione dei pagamenti da parte di ASL e Aziende Ospedaliere, che spesso presentano ritardi incompatibili con qualsiasi attività industriale.
Ovviamente, nelle linee programmatiche dell’associazione non poteva mancare un ampio capitolo dedicato al settore oggi di punta: i biosimilari. “AssoGenerici si impegna a sostenere il dibattito scientifico ed il confronto internazionale con i paesi che hanno già forti esperienze cliniche con i medicinali biosimilari” spiega Foresti “ e dove i biosimilari si sono dimostrati la chiave per allargare le terapie più avanzate a un numero più vasto di pazienti che possono trarne beneficio, cosa che non è stata possibile in precedenza per l’alto costo dei farmaci originatori. Riteniamo poi si debba giungere rapidamente a un allineamento con le Direttive Europee affinché la normativa nazionale, che già stabilisce che i medicinali di origine biologica simili non possono essere trattati come i prodotti generici (sostituzione automatica non ammessa), non si traduca in una loro discriminazione”. In questo senso, si legge nel documento, è fondamentale sostenere il ruolo centrale del medico nella scelta terapeutica e, quindi, nella scelta del medicinale biologico. “La nostra non vuole essere una linea di contrapposizione” conclude Foresti. “Offriamo anzi alle Regioni come ai medici e ai farmacisti la massima collaborazione: siamo certi di poter offrire un contributo alla sostenibilità della tutela della salute e possiamo decidere insieme come farne l’uso migliore”.