Indice glicemico e rischio patologie coronariche
Il consumo di carboidrati con alto indice glicemico – un indicatore diquanto velocemente un cibo influenza i livelli sanguigni di glucosio – sembra essere associato con il rischio di patologie coronariche nelle donne ma non negli uomini, secondo un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Archives of Internal Medicine.
È noto che le diete ad alto tenore di carboidrati aumentano i livelli di glucosio e di trigliceridi nel sangue, riducendo al contempo i livelli di HDL – il colesterolo “buono” – e aumentando complessivamente il rischio di patologie cardiovascolari. Tuttavia, non tutti i carboidrati hanno lo stesso effetto sui livelli di glucosio. L’indice glicemico è una misura di quanto un cibo aumenta il livello sanguigno di glucosio rispetto al glucosio stesso o al pane bianco. a partire dall’indice glicemico si calcola poi il carico glicemico, definito come la quantità totale di carboidrati contenuti in un cibo.
Sabina Sieri e colleghi della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno coinvolto nel loro studio quasi 48.000 soggetti adulti –15.171 di sesso maschile e 32.578 di sesso femminile – a cui sono stati somministrati alcuni questionari alimentari.
Sulla base delle risposte, i ricercatori hanno calcolato l’introito complessivo di carboidrati così come l’indice glicemico medio degli alimenti consumati dai soggetti, mettendo poi in correlazione tali parametri con i 463 casi (158 maschi e 305 donne) d’insorgenza di malattia coronarica registrati nel follow-up.
Il 25 per cento delle donne con il maggior consumo di carboidrati mostrava un rischio di patologia approssimativamente doppio rispetto al 25 per cento caratterizzato dal consumo minimo.
Quando poi i carboidrati sono stati suddivisi in carboidrati ad alto e a basso indice glicemico, l’aumentato introito di cibi della prima categoria è risultato associato in modo significativo a un maggior rischio di sindrome coronarica cronica, a differenza della seconda categoria.
“Si può concludere così che è il consumo di carboidrati da cibi ad alto indice glicemico, e non la quantità di carboidrati consumati, a influenzare il rischio di patologia coronarica”, scrivono gli autori.
Il 25 per cento delle donne che avevano assunto la dieta con il più alto carico glicemico aveva un rischio di patologia coronarica aumentato di 2,24 volte rispetto al 25 per cento delle pazienti con il carico più basso.
Da sottolineare infine che la stessa correlazione non si ritrova nei soggetti di sesso maschile.
“Possiamo ipotizzare che gli effetti avversi di una dieta ad alto indice glicemico nelle donne sono mediati dalle differenze di genere nel metabolismo delle lipoproteine e del glucosio, ma occorreranno ulteriori studi prospettici per verificare l’associazione tra un alto carico glicemico nella dieta e il rischio cardiovascolare nell’uomo”, concludono i ricercatori.