Per un cuore sano, oltre a colesterolo e pressione

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Tenere sotto controllo la presenza di un enzima per avere una protezione in più contro le malattie cardiache. Il discorso vale in particolare per i soggetti a rischio: oltre ai livelli di colesterolo e ai valori della pressione arteriosa, per tenere a bada le infiammazioni che possono portare a patologie cardiache è bene controllare anche la presenza nel sangue della “lipoproteina associata alla fosfolipasi A2” (Lp-PLA2). Il nuovo metodo di “tracciabilità” delle infiammazioni cardiache arriva da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale TheLancet da un gruppo di studiosi dell’Università di Cambridge (Regno Unito) guidati da Alexander Thompson e John Danesh.

L’enzima infiammatorio è già noto per essere collegato alle patologie cardiache: viene infatti prodotto nelle placche aterosclerotiche come risposta infiammatoria, e i suoi livelli sembrano essere più elevati nelle persone le cui arterie sono più colpite da infiammazione. La ricerca, condotta sui dati di 79.036 soggetti raccolti da 32 diversi studi prospettici, è stata realizzata per valutare se effettivamente i livelli di massa circolante di Lp-PLA2 possano essere considerati a tutti gli effetti un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie coronariche e ictus.

Dallo studio è emerso che la sola presenza dell’enzima nel sangue non è sufficiente a scatenare eventi cardiovascolari, ma che è collegata alle malattie coronariche allo stesso modo dei livelli di pressione arteriosa e del colesterolo non-HDL (che indica la quantità di tutto il colesterolo cattivo circolante nel sangue e si ottiene sottraendo al colesterolo totale il valore del colesterolo buono HDL. È in grado di predire il rischio di malattie cardiovascolari con più precisione rispetto al solo livello del colesterolo cattivo LDL, che è in esso compreso). Prendendo di mira l’enzima, quindi, si potrebbe ottenere un’arma in più per combattere le malattie cardiache.

Ulteriori studi dovranno essere compiuti, spiegano i ricercatori, per chiarire se la manipolazione dei livelli dell’enzima potrà essere considerato un nuovo metodo per diminuire il rischio di sviluppare malattie cardiache. (ASCA)

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