Escherichia coli: verso un vaccino universale
Si svelano i misteri che circondano Escherichia coli (E. coli) e si apre la strada a un vaccino universale in grado di proteggere dalle infezioni causate da questo germe, uno dei batteri più noti agli scienziati, ma contro il quale non è stato ancora messo a punto un vaccino per la grande varietà di ceppi del batterio. L’infezione da E. coli, germe che normalmente vive all’interno dell’intestino umano ove si riproduce a una temperatura di 37 gradi, oltre a essere il responsabile di circa l’80 per cento di infezioni delle vie urinarie, è particolarmente temibile per i neonati. Infatti, proprio questo batterio (in particolare i ceppi che contengono il polisaccaride K1) rappresenta la seconda causa di meningite neonatale.
La speranza di un vaccino in grado di proteggere i più piccoli da questa gravissima infezione causata da E. coli viene da una ricerca del team di Rino Rappuoli, Global Head of Vaccines Research di Novartis Vaccines and Diagnostics, che per la prima volta ha messo a confronto tutti i ceppi di E. coli in grado di dare o meno infezioni, facendo uso della genomica, la branca della biologia molecolare che si occupa dello studio del genoma degli organismi viventi. Grazie a questa approfondita analisi, che ha confrontato ceppi batterici patogeni e non, si è arrivati a identificare 230 antigeni presenti esclusivamente nei batteri responsabili di quadri clinici significativi. Questi antigeni sono stati analizzati per la loro capacità di indurre una risposta immunitaria protettiva, cioè stimolare la produzione di anticorpi specifici in grado di proteggere dalla malattia. In questo modo sono stati identificati i nove migliori antigeni in grado di proteggere dai segni e sintomi legati all’infezione da E. coli patogeni.
L’intera ricerca è pubblicata sul numero odierno della rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)(1) e rappresenta un fondamentale passo avanti sulla strada di un vaccino universale in grado di proteggere contro questo batterio. «La genomica offre potenzialità sempre maggiori nella ricerca e grazie ad essa abbiamo trovato antigeni che nessuno aveva identificato prima, nonostante l’E. coli sia uno dei patogeni conosciuti da più tempo e più a fondo» spiega Rino Rappuoli. «Questi antigeni sono in grado di proteggere nei modelli che sono stati individuati, ma sono anche presenti e conservati in quasi tutti gli E. coli patogeni, e quindi hanno la potenzialità per essere utilizzati come componenti di un vaccino universale». Per approfondimenti