Il sistema ‘autopulente’ dei vasi sanguigni
I capillari hanno un unico metodo per espellere detriti come coaguli di sangue e placche di colesterolo o di calcio che bloccano il flusso di nutrienti essenziali per le cellule del cervello: li “sputano” fuori producendo una membrana che li avviluppa e li porta fuori dal vaso sanguigno. Inoltre, nel corso della terza età, questo processo critico avviene con una rapidità dal 30 al 50 per cento inferiore e spesso porta alla morte dei capillari stessi.
È questo il risultato di uno studio sui topi finanziato dal National Institute on Aging (NIA) degli Stati Uniti e ora pubblicato sulla rivista Nature.
Da molto tempo è noto in che modo i grandi vasi evitino le conseguenze delle ostruzioni: la pressione sanguigna frantuma i trombi oppure intervengono alcuni enzimi in grado di dissolverli. Eppure poco si sapeva finora dei meccanismi messi in atto dai capillari.
Ora quest’ultimo studio della Northwestern University dimostra per la prima volta che spesso gli enzimi e la pressione non riescono a pulire i capillari dai coaguli entro le prime 24-48 ore dalla loro formazione, un arco di tempo cruciale per la riuscita dell’operazione. Questi meccanismi funzionano solo nella metà dei casi e solo quando si tratta di coaguli di sangue, ma non per altri tipi di ostruzioni, in particolare di colesterolo, che è difficile da dissolvere.
Per capire i meccanismi coinvolti quando si tratta di capillari, i ricercatori hanno creato microcoaguli marcati con una sostanza radioattiva e li hanno iniettati nelle arterie carotidee di topo. Utilizzando un microscopio multifotonico, il gruppo ha poi esaminato i cervelli dei topi a intervalli regolari per tracciare il percorso dei coaguli nei capillari. Sorprendentemente, si è scoperto che le cellule dei vasi più prossimi al corpo estraneo fanno crescere una membrana che avviluppa completamente il detrito.
La parete originaria del vaso si fessura lasciando passare il detrito nel tessuto cerebrale, rendendolo così innocuo. Il tessuto sviluppato per il coagulo diventa così la nuova parete del vaso. Come risultato, si ottiene il pieno recupero del flusso sanguigno e la salvaguardia dei sottili vasi che circondano il cervello.