Per anni, i parametri seminali raccomandati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e normalmente analizzati in laboratorio, come la conta del numero di spermatozoi, la motilità e la morfologia, sono stati usati come indicatori del potenziale riproduttivo di un uomo. Negli ultimi tempi, invece è stato dimostrato che l’analisi di routine di un campione seminale non sempre riflette la qualità degli spermatozoi e quindi non ha un valore prognostico affidabile sulla loro capacità di determinare una gravidanza, probabilmente perché non da alcuna informazione sulla qualità del DNA dello spermatozoo. Vari studi infatti hanno messo in luce come anomalie della struttura della cromatina dello spermatozoo come la decondensazione e la frammentazione, siano associate con l’incapacità di ottenere una gravidanza (sia spontaneamente che dopo fecondazione in vitro) o con l’alta incidenza di aborti precoci.
La frammentazione del DNA spermatico può essere causata da fattori intrinseci come l’apoptosi o morte cellulare programmata, che è un processo che tende ad eliminare cellule superflue o geneticamente compromesse, o da fattori ambientali o transitori quali fumo, stress, infezioni, stati febbrili pertanto il test può essere ripetuto a distanza di qualche mese per verificare se ci sono stati miglioramenti. Inoltre è stato visto che un trattamento orale con antiossidanti (vit. C, vit E) può portare ad un miglioramento della qualità spermatica.
Il danno al DNA dello spermatozoo viene quantificato come indice di frammentazione del DNA (DFI) e, a seconda del metodo con cui viene studiato il DNA spermatico, sono stati fissati dei valori soglia (20%) oltre i quali le chances di fecondare un ovocita sono vicine allo zero, sia attraverso il concepimento naturale che attraverso l’inseminazione intrauterina (IUI).
È stato riportato che uomini infertili hanno una frazione più alta di spermatozoi con difetti nella cromatina e punti di rottura nel DNA rispetto ad uomini fertili. Quindi sembra che, al contrario dei parametri seminali standard, che non sono del tutto in grado di discriminare tra uomini fertili ed infertili, la valutazione dell’integrità della cromatina degli spermatozoi, abbia un valore prognostico più attendibile in questo senso e che il risultato del test di frammentazione del DNA spermatico affiancato all’esame seminale standard, possa contribuire a determinare le reali cause dell’infertilità maschile.
Studi condotti dal Centro di Biologia di Palermo hanno dimostrato che, ad esempio, la riduzione della capacità fecondante degli spermatozoi dopo il programma di congelamento/scongelamento con i tradizionali crioprotettori, aumenti sensibilmente il numero di spermatozoi che mostrano un’anomalia strutturale della cromatina. Ad ogni modo, nonostante lo stato della cromatina sembri essere un marcatore biologico della qualità degli spermatozoi, non è ancora previsto come test di routine per l’analisi del liquido seminale nei laboratori clinici.
Per anni, i parametri seminali raccomandati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e normalmente analizzati in laboratorio, come la conta del numero di spermatozoi, la motilità e la morfologia, sono stati usati come indicatori del potenziale riproduttivo di un uomo. Negli ultimi tempi, invece è stato dimostrato che l’analisi di routine di un campione seminale non sempre riflette la qualità degli spermatozoi e quindi non ha un valore prognostico affidabile sulla loro capacità di determinare una gravidanza, probabilmente perché non da alcuna informazione sulla qualità del DNA dello spermatozoo. Vari studi infatti hanno messo in luce come anomalie della struttura della cromatina dello spermatozoo come la decondensazione e la frammentazione, siano associate con l’incapacità di ottenere una gravidanza (sia spontaneamente che dopo fecondazione in vitro) o con l’alta incidenza di aborti precoci.La frammentazione del DNA spermatico può essere causata da fattori intrinseci come l’apoptosi o morte cellulare programmata, che è un processo che tende ad eliminare cellule superflue o geneticamente compromesse, o da fattori ambientali o transitori quali fumo, stress, infezioni, stati febbrili pertanto il test può essere ripetuto a distanza di qualche mese per verificare se ci sono stati miglioramenti. Inoltre è stato visto che un trattamento orale con antiossidanti (vit. C, vit E) può portare ad un miglioramento della qualità spermatica.Il danno al DNA dello spermatozoo viene quantificato come indice di frammentazione del DNA (DFI) e, a seconda del metodo con cui viene studiato il DNA spermatico, sono stati fissati dei valori soglia (20%) oltre i quali le chances di fecondare un ovocita sono vicine allo zero, sia attraverso il concepimento naturale che attraverso l’inseminazione intrauterina (IUI). È stato riportato che uomini infertili hanno una frazione più alta di spermatozoi con difetti nella cromatina e punti di rottura nel DNA rispetto ad uomini fertili. Quindi sembra che, al contrario dei parametri seminali standard, che non sono del tutto in grado di discriminare tra uomini fertili ed infertili, la valutazione dell’integrità della cromatina degli spermatozoi, abbia un valore prognostico più attendibile in questo senso e che il risultato del test di frammentazione del DNA spermatico affiancato all’esame seminale standard, possa contribuire a determinare le reali cause dell’infertilità maschile.Studi condotti dal Centro di Biologia di Palermo hanno dimostrato che, ad esempio, la riduzione della capacità fecondante degli spermatozoi dopo il programma di congelamento/scongelamento con i tradizionali crioprotettori, aumenti sensibilmente il numero di spermatozoi che mostrano un’anomalia strutturale della cromatina. Ad ogni modo, nonostante lo stato della cromatina sembri essere un marcatore biologico della qualità degli spermatozoi, non è ancora previsto come test di routine per l’analisi del liquido seminale nei laboratori clinici.
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1 thought on “L’analisi della qualita’ del DNA dello spermatozoo”