Analisi specifica svela la vita fertile di ogni donna
Anche una ventenne potrà calcolare l’età in cui arriverà la menopausa. L’analisi misura la concentrazione dell’ormone prodotto dalle cellule delle ovaie
MILANO — Un esame del sangue per conoscere l’ultimo appuntamento con l’orologio biologico. Inutile negarlo. Almeno una volta durante la vita ogni donna se lo chiede: «Fino a quando potrò avere un figlio?». Per gli scienziati dell’Università di Scienze mediche di Teheran la risposta potrà arrivare da un test che misura la concentrazione dell’Amh, l’ormone prodotto dalle cellule delle ovaie. È una scoperta che s’annuncia rivoluzionaria: «Così le donne potranno riuscire a pianificare il momento di farsi una famiglia», ammette il ginecologo Luca Gianaroli, presidente della Società europea di riproduzione umana e embriologia (Eshre), che presenta i risultati della ricerca iraniana oggi a Roma durante l’annuale congresso scientifico. «Mai prima d’ora sono state elaborate previsioni simili sull’età fertile femminile».
IL TEST – L’esame del sangue per predire l’arrivo della menopausa è stato realizzato su 266 donne tra i 20 e i 49 anni. Cominciato nel 1998, lo studio è guidato dalla ricercatrice Fahimeh Ramezani Tehrani. «L’obiettivo dell’indagine è arrivare a una valutazione più realistica della capacità riproduttiva— sottolinea Fahimeh Ramezani Tehrani —. Per il momento il modello statistico elaborato sui livelli di Amh appare sufficientemente valido per guidare i medici nell’attività quotidiana e aiutare le donne nella pianificazione familiare». Tutto è legato alla concentrazione nel sangue dell’ormone antimulleriano che controlla lo sviluppo dei follicoli nelle ovaie: livelli elevati di Amh (superiori, per esempio, a 3,8 nanogrammi per millilitro a 25 anni) indicano l’arrivo della menopausa dopo i 50 anni; concentrazioni inferiori (come 2,4 nanogrammi per millilitro) fanno, invece, propendere per una fine anticipata della fertilità (intorno ai 30 anni). «I risultati della ricerca dovranno essere, comunque, corroborati da studi più ampi», confessa, però, la stessa Tehrani. «La comunità scientifica internazionale adesso dovrà validare la scoperta», ribadisce Gianaroli: «Saranno necessari almeno altri due anni».
IL PRIMATO ITALIANO – Nell’Italia con il primato europeo della maternità tardiva non bisogna coltivare, dunque, troppe illusioni. «La vera sfida oggi è riuscire a convincere le donne, che nel 5% dei casi partoriscono dopo i 40 anni, ad anticipare di almeno dieci anni la scelta di avere un bambino — dice Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia —. Solo così sarà rispettato davvero l’orologio riproduttivo. Dopo i 37 anni, comunque, le chance di concepire diminuiscono drasticamente». L’invito della Sigo? «Ritornare alle abitudini delle madri». Riflette AnnaPia Ferraretti, tra i fondatori della Società italiana di Riproduzione (SIdR): «Ormai le donne posticipano sempre più l’età del primo figlio. Di qui la rincorsa della scienza che cerca di offrire strumenti per programmare meglio la maternità. Ma scoperte come quella dell’Università di Scienze mediche di Teheran— anche se importanti — vanno prese con cautela per non alimentare false speranze».
LA PRECISIONE – I margini d’errore della ricerca presentata oggi a Roma oscillano tra i quattro mesi e i quattro anni. Assicura, però, la scienziata iraniana: «I risultati ottenuti indicano che l’ormone Amh è in grado di descrivere lo stato riproduttivo di una donna in modo più realistico dell’età anagrafica in sé. Certo, ai fini di avvalorare con precisione la concentrazione di Amh nel siero per prevedere la menopausa nelle donne giovani, è necessario condurre studi più ampi su ragazze di vent’anni, seguendole nel corso del tempo con esami del sangue e visite mediche».
Insomma: non sembrano ancora del tutto superati i tempi in cui— come nella serie televisiva Usa Ally McBeal — l’orologio biologico perseguita le donne con allucinazioni per ricordarci che èmeglio sbrigarsi a fare un figlio. «Ma l’individuazione di un (possibile) marker per predire la durata della fertilità— riconosce Ferraretti — è per molte donne una scoperta meravigliosa». E, magari, c’è già chi pensa a quando farsi congelare gli ovuli. Prima che sia troppo tardi.
Simona Ravizza