Epatite C: due noti farmaci bloccherebbero la replicazione del virus

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Metformina e AICAR, due farmaci già in commercio per trattare diabete e obesità, si sono mostrati in grado di bloccare la replicazione del virus

Farmaci comunemente utilizzati per tenere sotto controllo il diabete e combattere l’obesità potrebbero trovare impiego nella terapia delle infezioni da virus dell’epatite C. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Leeds, che ne danno notizia in un articolo pubblicato sui Proceeding of the National Academy of Sciences (PNAS).

Si stima che questa forma di epatite colpisca il tre per cento della popolazione mondiale e che in Europa siano circa quattro milioni i portatori del virus. Quest’ultimo aggredisce le cellule epatiche e solitamente nelle fasi iniziali della malattia non dà segni clinici evidenti, ma in un certo numero di casi la malattia cronicizzata può provocare cirrosi epatica (nel 17 per cento circa delle persone colpite) o addirittura cancro del fegato (nel 2 per cento circa).

I farmaci testati dai ricercatori sono in particolare la metformina e l’AICAR: “Questi farmaci sono già disponibili sul mercato e per quanto siano necessari approfonditi trial clinici prima che possano essere utilizzati nella terapia per l’epatite C, pensiamo che si tratti di un’enorme passo in avanti nella battaglia contro questo virus”, ha detto Mark Harris, che ha diretto lo studio finanziato dal Wellcome Trust, dal Medical Research Council e dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council.

Metformina e AICAR agiscono stimolando un enzima, la AMP chinasi (AMPK) che regola il livello di energia all’interno delle cellule e che il virus dell’epatite C reprime per essere in grado di replicarsi.

La funzione dell’AMPK è quella di mantenere il corretto bilancio energetico all’interno delle cellule, abbassando temporaneamente la produzione di lipidi e di parti della membrana quando l’enzima “percepisce” che la cellula ha un maggiore fabbisogno di energia.

Harris e collaboratori hanno ora mostrato che il virus dell’epatite C smorza l’attività di AMPK in modo che la cellula continui a produrre lipidi e membrane, di cui si serve per la propria sopravvivenza.

“Ci si sarebbe aspettati che l’AMPK venisse attivato quando la cellula viene infettata, dato che ha senso aspettarsi un aumento delle richieste energetiche per soddisfare le necessità della replicazione virale”, ha detto Harris. “Abbiamo invece scoperto che il virus dell’epatite C, che richiede lipidi e membrane, fa sì che avvenga esattamente l’opposto.”

Sulla base di questa scoperta, i ricercatori sono stati in grado di controllare come la cellula reagisce quando viene trattata con comuni farmaci che stimolano l’azione dell’AMPK. Scoprendo così che nelle cellule infettate esse erano in grado di bloccare la replicazione virale.

Le Scienze – L’espresso

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