Il piccolo ‘zebrafish’ ha permesso di osservare l’inizio della circolazione sanguigna

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Danio-rerio

Osservata per la prima volta in un organismo vivente, ha rivelato un meccanismo biochimico inaspettato che coinvolge i globuli rossi

Lo studio di embrioni di Danio rerio, lo zebrafish onnipresente negli studi di biologia, ha permesso di osservare per la prima volta l’inizio del flusso sanguigno in un organismo, processo che coinvolge migliaia di cellule e rappresenta qualcosa di più che il semplice battito del cuore.

“Una volta che la maggior parte dei globuli rossi è entrata nell’apparato circolatorio, essi utilizzati nella circolazione quasi simultaneamente”, ha commentato Atsuko Sehara-Fujisawa, ricercatore della Kyoto University e coautore dell’articolo apparso sulla rivista Current Biology. “Queste cellule utilizzano ‘forbici molecolari’ per mettere fine alla loro adesione ai vasi sanguigni così da entrare nel torrente circolatorio associate al plasma. Senza tali forbici, i globuli rossi rimarrebbero vincolati alle pareti dei vasi sanguigni”.

Queste forbici molecolari sono costituite dall’enzima proteasi noto come ADAM8 e la loro presenza fa sorgere spontanea una domanda: perché l’instaurarsi della prima circolazione del sangue richiede l’azione di questa proteasi invece che l’entrata dei globuli rossi nella circolazione a uno a uno?

In primo luogo, la proteolisi permetterebbe il controllo su quali globuli rossi debbano entrare in circolazione e quali restarne fuori. Inoltre, permetterebbe di prevenire un loro ingresso in circolazione troppo precoce, con il rischio di una loro perdita dai vasi sanguigni non ancora completamente formati, e per prevenirne la stagnazione in mancanza di un adeguato flusso di plasma con il battito del cuore. Probabilmente, infine, i globuli rossi hanno bisogno che il plasma fluisca prima di raggiungere la maturità.

I risultati, spiegano i ricercatori, sono utili per la comprensione della circolazione anche in altre specie animali, dal momento che l’ADAM8 è presente ad alti livelli nel sangue degli esseri umani e dei topi nell’età adulta.

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