Trieste: il 6 giugno giornata per la prevenzione dell’ictus ischemico
Trieste, 3 giugno 2010 – Esami in piazza (ecodoppler delle carotidi) eseguiti dall’Associazione ALICE di Trieste con i volontari della Stroke Unit della Clinica Neurologica dell’Università di Trieste e studio dei fattori di rischio per l’ictus cerebrale: queste le principali iniziative previste il 6 giugno prossimo in occasione della giornata per la prevenzione dell’ictus ischemico presso uno stand dedicato, posizionato in Piazza Verdi, per sensibilizzare la popolazione triestina verso una corretta prevenzione di questa patologia.
“Nell’ultimo decennio le problematiche connesse all’ictus hanno registrato una notevole evoluzione grazie alla proposta di modelli organizzativo-assistenziali più efficaci e all’avvento di nuove terapie per la fase acuta, Stroke Unit e trombolisi – ha dichiarato il Dottor Fabio Chiodo Grandi, Responsabile S.S. Stroke Unit della Clinica Neurologica di Trieste – Solo un’assistenza tempestiva ed adeguata può evitare, infatti, gravi disabilità se non addirittura la morte. Per questo motivo risulta indispensabile seguire un preciso percorso assistenziale dalle primissime fasi d’intervento: ricovero in una Stroke Unit con équipe multidisciplinare, accesso alla diagnostica per immagini, somministrazione della terapia trombolitica (quando indicata), fino alla dimissione protetta con reinserimento sociale e familiare del paziente”.
Il primo intervento fondamentale, infatti, è quello di accertare appena possibile, con tac o risonanza magnetica, se si tratta di ischemia o emorragia; nella prima ipotesi, in casi selezionati (pazienti al di sotto degli 80 anni, con deficit neurologico né troppo grave né troppo lieve, senza storia di pregresso ictus, etc.) la terapia d’elezione è la trombolisi (alteplase), che agisce sciogliendo i coaguli di sangue.
Secondo le indicazioni per le quali alteplase è attualmente approvato, i pazienti devono ricevere il farmaco entro tre ore dalla comparsa dei sintomi dell’ictus, anche se i nuovi risultati emersi dello studio clinico ECASS 3 dimostrano, oltre alla concreta efficacia delle terapia, anche la possibile estensione del limite temporale da tre a quattro ore e mezza dall’insorgenza dell’ictus ischemico.
“L’ictus ogni anno colpisce in Italia oltre 190 mila persone, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive – afferma Giulio Papetti, Presidente di ALICE Trieste – Uno su tre, circa, di questi pazienti oggi muore entro un mese dall’evento e il 40% supera l’ictus con una disabilità residua. La patologia rappresenta, infatti, la prima causa di invalidità, la seconda di demenza e la terza di mortalità (dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie) tra gli adulti nei paesi industrializzati”.
“E’ oramai consolidato che, per garantire al paziente il miglior risultato in termini di sopravvivenza e minor invalidità, il ricovero deve essere eseguito in Stroke Unit, ovvero strutture dotate del personale medico e infermieristico, nonché delle strumentazioni necessarie a tutti gli interventi del caso – spiega il Dottor Chiodo Grandi – Quelle autorizzate alla somministrazione della terapia trombolitica, come quella di Trieste, sono circa 90 sul territorio nazionale, con una maggior concentrazione al centro e al nord del paese. Dovrebbero sicuramente essere di più, così da garantire a tutti i cittadini prospettive ancora migliori per la cura dell’ictus ischemico”.