Tumore della laringe: un intervento preserva la voce
Se nessuno fumasse invece di 100 tumori ce ne sarebbero solo 10: la prevenzione è la strategia migliore, e la più facile, contro il carcinoma della laringe. Le cause più frequenti di questa forma di cancro, infatti, sono proprio il tabacco e l’assunzione di notevoli quantità di alcol. A ricordarlo sono stati i maggiori esperti internazionali, riuniti a Riccione per il congresso della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico – facciale (SIOeChCF), che fanno il punto sulle innovazioni terapeutiche e su un nuovo intervento salva voce.
COLPEVOLI CERTI E PRESUNTI – «Il responsabile principale, come per tutti i tumori delle vie respiratorie, è il fumo di sigaretta che determina un rischio di ammalarsi 10 volte superiore – spiega Giuseppe Spriano, Direttore di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale all’Istituto tumori Regina Elena di Roma -. Ma anche l’alcol è un importante fattore di rischio e, se associato al fumo, ne potenzia la pericolosità». A essere sospetta, poi, è l’infezione da papilloma virus, già nota come “colpevole” dei tumori del collo dell’utero. Le cause più importanti, però, sono di natura genetica e sarà dalla farmaco-genetica e dalla genetica nutrizionale che, dicono gli esperti, in futuro arriveranno le nuove terapie farmacologiche. E se negli ultimi anni si sono fatti importanti passi avanti grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e alle innovazioni in radio e chemioterapia «questo è nulla al confronto di quello che si potrebbe ottenere con la prevenzione primaria, cioè eliminando i fattori di rischio» sottolinea Spriano.
CURE, ECCO LE NOVITÀ – Fino a 30 anni fa l’unica cura possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Ma i progressi terapeutici hanno eliminato quasi del tutto la chirurgia radicale, oggi riservata solo a casi in cui il tumore sia molto esteso o alle recidive dopo pregressi trattamenti. Quando la diagnosi è precoce e le dimensioni della lesione sono ridotte, eliminare il carcinoma resta comunque l’obiettivo fondamentale. Soprattutto grazie alla chirurgia endoscopica è però spesso possibile preservare la laringe. E, dunque, le funzioni vocale, deglutitoria e respiratoria. A tal proposito, uno studio pubblicato sulla rivista Laryngoscope (da Giuseppe Rizzotto dell’ospedale di Vittorio Veneto e Giovanni Succo del Martini di Torino) dimostra le potenzialità di un nuovo intervento che, pur asportando gran parte dell’organo, permette la conservazione della voce e l’eliminazione del tracheostoma. Per garantire una migliore qualità di vita ai malati, infine, oggi si tende a risparmiare la laringe anche nel caso di neoplasie avanzate, utilizzando chemio e radio (una volta destinate solo al post-intervento) in prima battuta.
ATTENTI ALLA RAUCEDINE – Oggi, quindi, carcinoma alla laringe è possibile guarire? «Come per molti tumori questo dipende dallo stadio di malattia – conclude l’esperto – e in una fase iniziale la guarigione si ottiene nel 90 per cento dei casi. Ovviamente questa possibilità diminuisce al crescere dell’estensione della lesione, per cui ora globalmente siamo in grado di guarire circa il 60 per cento dei pazienti». Un campanello d’allarme può essere la disfonia, cioè l’abbassamento della voce che diventa rauca, tra i sintomi più evidenti. Il carcinoma alla laringe ogni anno in Italia colpisce circa settemila persone (12 ogni 100mila abitanti), con una frequenza crescente dopo i 50 anni, ed è causa di morte per 1500 malati. Sembra prediligere il sesso maschile (con rapporto di 9 a 1), ma nell’ultimo decennio anche tra le donne si è registrato un leggero aumento, che va di pari passo con la crescita delle fumatrici.