Cellule staminali tumorali: nuove sostanze per distruggere selettivamente processo riproduttivo masse neoplastiche
Individuate sostanze in grado di inibire la proliferazione delle cellule staminali tumorali della mammella, arrestando la crescita del tumore: la scoperta è stata effettuata dai ricercatori dell’Area di Medicina Molecolare dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma in collaborazione con ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Lo studio, pubblicato su Cell Cycle, sottolinea anche l'”intelligenza” dei principi attivi realizzati, in grado di “colpire” le cellule tumorali lasciando intatto il tessuto sano circostante.
“Le cellule staminali tumorali sono così chiamate perché somigliano alle staminali somatiche in quanto hanno la capacità di rigenerarsi – spiegano i ricercatori dell’Istituto Regina Elena coinvolti nello studio -. Tuttavia, mentre le cellule staminali somatiche servono a ricostituire i tessuti durante tutta la vita di un individuo, le cellule staminali tumorali riformano il tumore”. Le staminali tumorali sono considerate le responsabili delle recidive del cancro, e sono resistenti a chemioterapia e radioterapia: “La nostra speranza è che colpendo questa sottopopolazione di cellule grazie all’individuazione di nuovi principi attivi in grado di eliminarle in maniera selettiva si possa cominciare a parlare di ‘cura’ del tumore rimuovendolo dalla radice”.
I ricercatori hanno testato più di 200 composti, tra naturali e sintetici, con l’obiettivo di identificare i principi attivi capaci di inibire in modo specifico la proliferazione delle cellule staminali tumorali, individuando che alcune sostanze agiscono su un importante meccanismo che regola la proliferazione delle staminali tumorali e la loro resistenza ai farmaci. “Questo studio dimostra che è possibile selezionare in vitro composti con una certa specificità di azione contro le staminali tumorali che potrebbero essere usati in combinazione con i chemioterapici standard per potenziarne l’effetto e limitare l’insorgenza di recidive”, spiega Mario Cioce, ricercatore dell’Area di Medicina Molecolare dell’Istituto Regina Elena.
Gli studiosi hanno condotto lo studio in due fasi, spiega Cioce: “In un primo screening siamo andati a cercare la specificità di azione di questi composti sul tessuto tumorale, mentre nel secondo siamo andati a cercare sostanze che non danneggino anche le cellule sane”. (ASCA)