Cirrosi biliare: ricerca italiana individua basi genetiche della malattia cronica autoimmune


Colpisce principalmente donne fra i 50 e i 60 anni, con un rapporto femmine-maschi di 9 a 1. Attualmente si cura con un farmaco che rallenta la progressione della malattia riducendo i danni provocati dall’infiammazione delle vie biliari».
NUOVE TERAPIE – Non agendo però sulla causa, la terapia non è in grado di curare definitivamente la malattia. «Il nuovo studio – aggiunge Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas – ha invece dato luogo a una nuova prospettiva terapeutica, suggerendo per la prima volta di agire sul problema all’origine della malattia, cioè a livello del sistema immunitario». Dallo studio è infatti emerso il legame tra la malattia e alcune regioni genetiche e le nuove terapie agiranno proprio spegnendo o modulando i prodotti di questi geni: una di queste è il gene per l’inerleuchina 12. «Grazie a questa scoperta – concludono gli esperti – inizieremo a breve studi clinici in cui pazienti con cirrosi biliare primitiva assumeranno farmaci in grado di bloccare l’interleuchina 12, con l’obiettivo di interrompere la progressione della malattia».
Corriere.it