Emicrania: isolato il primo fattore genetico responsabile diretto


Generalmente ha il suo esordio dopo la pubertà, ma il disturbo è maggiormente frequente tra i 35 e i 45 anni. Spesso l’attacco emicranico, che si manifesta con un dolore forte e pulsante e che tipicamente affligge metà testa, è preceduto da sintomi premonitori come disturbi visivi o della sensibilità con formicolii, per cui si parla di emicrania con aura. Il soggetto emicranico non di rado si adatta, ignaro delle conseguenze, alle sbagliate cure fai-da-te, ‘imbottendosi’ di analgesici che però possono addirittura dare dipendenza, mentre é il neurologo che deve stabilire la cura adatta per ogni paziente. L’attacco di emicrania può essere scatenato da uno o più fattori, per esempio certi cibi, o addirittura le condizioni meteo, ma si ritiene che dietro vi sia una certa predisposizione ereditaria, tant’é vero che spesso il disturbo è caratterizzato da familiarità. Finora però non erano stati eseguiti studi estesi di genetica per scovare eventuali geni responsabili dell’emicrania, o per meglio dire della predisposizione al disturbo. Ci hanno pensato i ricercatori del consorzio internazionale di genetica delle cefalee che hanno confrontato l’intero genoma di 3000 persone che soffrono di emicrania da Finlandia, Germania e Olanda, con il genoma di oltre 10.000 persone sane. Poi per conferma hanno ripetuto la stessa analisi genetica su altri 3000 pazienti e oltre 40.000 soggetti sani. E’ emerso che i pazienti con emicrania presentano spesso una mutazione a cavallo di due geni, PGCP e MTDH/AEG-1, stimando quindi che questo difetto genetico è associato a un rischio significativo di soffrire di emicrania. I ricercatori si sono anche fatti un’idea di come questa mutazione sortisca il mal di testa: il difetto genetico, infatti, scompensa l’attività del gene MTDH/AEG-1 che è un importante regolatore di un altro gene, EAAT2, una molecola ‘spazzina’ che ripulisce le sinapsi dal glutammato, cioé controlla lo smaltimento del neurotrasmettitore glutammato. Quindi, pensano i ricercatori, uno squilibrio nel funzionamento dei geni può portare all’accumulo del glutammato, da cui il mal di testa. Ovviamente si tratta per ora solo di speculazioni, concludono i ricercatori, ma sta di fatto che aver individuato un fattore di rischio genetico dell’emicrania apre a tutta una serie di nuovi studi verso la scoperta di nuove terapia. (ANSA)