Linee guida per la ricerca farmacologica e le applicazioni cliniche

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Le ricerche sul genoma umano sono fortemente orientate a prevedere lo sviluppo di possibili malattie e a valutare in anticipo l’efficacia, anche a livello individuale, di nuovi farmaci. Biotecnologie di frontiera, come la tecnica dei “microarray”, hanno reso possibile l’analisi contemporanea di migliaia di campioni, ma finora mancava un esperimento condotto su larghissima scala per definire l’affidabilità delle previsioni che ne derivano, così fondamentali per le singole persone e per la società.

Ad affrontare la questione ci hanno pensato i ricercatori del progetto MAQC-II che ha coinvolto 36 gruppi di ricerca a livello internazionale coordinati dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia statunitense del farmaco.

I risultati ottenuti, pubblicati sulla rivista Nature Biotechnology, sono proposti come base delle linee guida per la ricerca farmacologica e le applicazioni cliniche.

“Nel corso dell’esperimento team indipendenti provenienti dalla ricerca industriale e accademica si sono confrontati su medesimi dati genetici di interesse clinico e tossicologico. Sono stati analizzati 13 problemi e sviluppati complessivamente più di 30.000 modelli relativi a diverse tipologie di tumori. Ai ricercatori è stato chiesto di dichiarare in anticipo tutte le tecniche di calcolo per la scoperta di geni candidati, mentre solo la FDA conosceva i valori clinici dei dati di validazione”, ha spiegato Cesare Furlanello, responsabile del gruppo di ricercatori italiani della Fondazione Bruno Kessler, formato da Giuseppe Jurman, Samantha Riccadonna e Roberto Visintainer.

“Il confronto finale fra i risultati prodotti dai diversi modelli predittivi sviluppati ha permesso di individuare le principali cause di variabilità, talvolta legate ai metodi di analisi, e di proporre riferimenti molto rigorosi che serviranno alla FDA nelle fasi di accettazione di nuovi farmaci o procedure innovative.”

“Come team della Fondazione Fondazione Bruno Kessler – ha proseguito Furlanello – siamo molto soddisfatti per i risultati ottenuti nell’ambito di MAQC-II: uno dei nostri modelli è stato selezionato come il migliore per uno dei problemi proposti e in generale i nostri modelli sono risultati fra i più stabili. La partecipazione è stata molto impegnativa, con mesi di calcolo e un po’ di rischio scientifico, anche se non si è trattato di una competizione ma di una ricerca dedicata a costruire regole condivise di analisi, tuttavia adesso abbiamo un sistema bioinformatico ad alte prestazioni e riproducibilità che stiamo già valorizzando con altri centri di ricerca. Sulla riproducibilità scientifica si gioca ora una delle partite più importanti della medicina genomica”.

Ulteriori approfondimenti relativi alla ricerca sono pubblicati sulla rivista The Pharmacogenomics Journal.

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