Dermatologia: metodo italiano supera dolorose biopsie


“La risoluzione d’immagine – ha spiegato Ardigo’ – e’ sovrapponibile a quella della microscopia ottica standard e permette di ottenere informazioni analoghe senza dover sottoporre il paziente a dolorose biopsie cutanee, che oltretutto lasciano cicatrici. Grazie alla assoluta non invasivita’, l’indagine puo’ essere ripetuta su piu’ lesioni cutanee nella stessa seduta e piu’ volte nel tempo, al fine di controllare i cambiamenti microscopici e valutare l’efficacia delle terapie adottate”. I primissimi lavori di ricerca sulla microscopia confocale risalgono alla meta’ degli anni Novanta al Wellman Institute di Harward. Agli inizi del 2000, Salvador Gomzalez, docente allo stesso istituto, avvia le prime applicazioni su paziente. Si formano gruppi di lavoro, prevalentemente a New e a Boston, e, in Italia, a Modena e a Roma, e per ultimo a Berlino. Ma e’ al San Gallicano che Ardigo’ sviluppa le applicazioni cliniche piu’ avanzate nello studio delle malattie infiammatorie, che hanno richiamato l’attenzione della comunita’ scientifica internazionale.