Fatebenefratelli di Milano: tecniche microchirurgiche innovative per le piu’ diffuse patologie della colonna vertebrale
Presso L’Ospedale Fatebenefratelli il reparto di Neurochirurgia ha trattato in 5 anni circa 200 pazienti per patologie vertebrali con altissime percentuali di successo, grazie anche all’introduzione delle più recenti tecniche chirurgiche mininvasive.
Milano, 08 settembre 2010 – Con l’invecchiamento della popolazione sono aumentati anche gli italiani che accusano disturbi alla colonna vertebrale. Dopo i 45 anni, il 50% degli italiani soffre di mal di schiena più volte l’anno.
L’impatto sociale di queste patologie e gli effetti sulla qualità della vita sono estremamente negativi se si pensa che 1/3 dei casi deve sospendere temporaneamente l’attività lavorativa.
E’ evidente che le cause del mal di schiena sono diverse, ma i fattori “meccanici” come discopatie, stenosi, spondilolistesi e fratture sono di gran lunga l’origine più diffusa del disturbo (dall’85% al 90% secondo le statistiche).
Nella maggior parte dei casi, per queste patologie viene consigliata una terapia non chirurgica come farmaci antinfiammatori, riposo a letto, busto ortopedico e opportuna rieducazione per rinforzare il tono dei muscoli lombari e addominali e migliorare il sostegno della colonna, riducendo il dolore. Tuttavia, non tutte queste patologie possono sempre essere risolte efficacemente con i trattamenti conservativi: quando questi approcci risultano fallimentari è possibile fare ricorso al trattamento chirurgico che, grazie alla continua evoluzione dei dispositivi utilizzati, è diventato sempre meno invasivo.
“Il numero di interventi chirurgici per patologie della colonna vertebrale è in continua crescita: nel nostro reparto abbiamo operato negli ultimi 5 anni circa 200 pazienti in totale, ma è soprattutto negli ultimi 3 anni che abbiamo riscontrato un aumento dei casi – dichiara il dottor Roberto Assietti, Responsabile della Struttura Semplice di Day-Surgery dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano – Oggi, le discopatie degenerative della colonna vertebrale come lesioni o cedimenti strutturali possono essere trattate con successo grazie all’adozione di innovative procedure chirurgiche percutanee mininvasive grazie alle quali è possibile recuperare in modo eccellente l’assetto anatomico-funzionale della colonna vertebrale, a fronte di una riduzione sostanziale del trauma chirurgico, limitando la perdita ematica, e delle complicanze post operatorie – dolore, cicatrici estese, rischio di infezioni e lunghi tempi di ripresa per il paziente – che comporterebbe l’impiego delle procedure chirurgiche convenzionali.
“Le nuove tecniche consentono la stabilizzazione dei segmenti vertebrali lesionati attraverso l’impianto, per via percutanea, di dispositivi di bloccaggio collegati ai segmenti vertebrali tramite piccole viti, permettendo al paziente di mantenere una completa motilità della colonna – continua Assietti – Grazie a queste tecniche, è possibile preservare l’integrità della muscolatura della schiena e attuare una decompressione dei nervi limitando enormemente la perdita ematica. L’intervento, infatti, viene eseguito attraverso un’incisione minima, al massimo di 1,5 cm, sotto controllo scopico del chirurgo e richiede una degenza al massimo di 4 giorni.”
Per il trattamento delle ernie del disco o delle stenosi spinali lombari che causano la compressione di una o più radici nervose, poi, esiste una procedura di decompressione chirurgica mininvasiva per alleviare la pressione sui nervi spinali attraverso l’inserimento per via percutanea di ‘spaziatori interspinosi’. L’intervento avviene in anestesia locale, attraverso una piccola incisione, con una minore perdita ematica rispetto alla chirurgia “tradizionale” (laminectomia e artrectomia, faccetectomia, discectomia), minori complicanze e un più rapido recupero funzionale. La colonna vertebrale viene preservata il più possibile: non c’è alcuna rimozione di tessuti o strutture ossee, lasciando aperte eventuali altre opzioni di trattamento.