L’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma arruola pazienti in un avanzato studio clinico per trattamento del carcinoma della prostata
Roma, 9 settembre 2010 – Sotto la direzione del Dr. Cora Sternberge, responsabile del DIpartimento di Oncologia Medica presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, si è aperto l’arruolamento in uno studio clinico di Fase 3 di pazienti affetti da carcinoma della prostata. Lo studio si pone come obiettivo quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di un innovativo farmaco per il trattamento di forme avanzate di carcinoma della prostata ed in particolare del carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC). I pazienti affetti dal tumore e che hanno già subito un trattamento chemioterapico interessati all’arruolamento possono chiamare l’ufficio di coordinamento al numero 06 5870 4356 per ricevere maggiori informazioni.
La terapia sperimentale oggetto di studio al San Camillo Forlanini di Roma completa gli studi clinici di Fase 1 & 2 condotti con successo dal Dr. Howard Scher presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, USA e potrebbe offrire nuove speranze alle persone affette da tumore della prostata.
“Si tratta di uno studio clinico molto importante poiché si rivolge a quei pazienti che non hanno risposto ai trattamenti oggi disponibili, inclusa la chemioterapia, ma che hanno oggi una nuova speranza grazie a questa innovativa terapia ormonale. Lo studio prevede la somministrazione del farmaco per via orale rendendo così più semplice la partecipazione dei pazienti nel trial clinico”.
Nel carcinoma della prostata, gli ormoni maschili (androgeni quali il testosterone) possono stimolare la crescita delle cellule tumorali. Il carcinoma alla prostata può sviluppare una resistenza all’ormonoterapia e continuare quindi a svilupparsi a prescindere dal trattamento farmacologico. In questo caso il carcinoma è conosciuto come carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC).
Il nuovo farmaco orale a tripla azione è un antagonista del recettore degli androgeni che agisce rallentando la crescita e inducendo la morte delle cellule tumorali che non rispondono ad altre terapie attraverso tre meccanismi complementari: bloccando il legame tra il testosterone e il suo recettore, impedendo il movimento del recettore degli androgeni nel nucleo delle cellule tumorali e inibendo il legame al DNA.
La sperimentazione clinica è l’ultima di una serie di tre richieste per la registrazione del farmaco e mira a valutare l’impatto della terapia sull’aspettativa di sopravvivenza dei pazienti e altri fattori tra i quali anche la qualità di vita dei pazienti stessi. La sperimentazione di Fase 3 si terrà in Italia e in altri paesi europei, negli Stati Uniti e in Canada, in Sud America, Australia e Sud Africa. Complessivamente saranno 1.200 gli uomini arruolati nella sperimentazione. A tre quarti dei pazienti che rispettano tutti i criteri di eleggibilità verrà somministrato il nuovo farmaco sotto forma di capsule per via orale mentre a un terzo verrà somministrato un placebo.
In Italia possono partecipate alla sperimentazione i pazienti affetti da forme avanzate di carcinoma della prostata che hanno subito un trattamento chemioterapico. Maggiori informazioni si criteri di partecipazione sono disponibili chiamando il numero telefonico 06 5870 4356.
Il Carcinoma della Prostata
Il carcinoma della prostata rappresenta a livello mondiale negli uomini la terza tipologia di cancro per incidenza e la sesta per mortalità. Ogni anno il carcinoma della prostata viene diagnosticato ad oltre 670.000 uomini. L’incidenza più elevata è negli Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Europa occidentale e paesi Nordici. Il carcinoma della prostata è uno dei tumori più diffusi in Europa con oltre 2 milioni di uomini affetti. Nel 2006 sono stati diagnosticati nella UE (UE25) circa 301,500 casi di carcinoma della prostata[1]. Significativi aumenti dell’incidenza di questo tumore sono stati registrati negli ultimi anni in diversi paesi nel mondo. I pazienti affetti da carcinoma prostatico resistente alla castrazione o all’ormonoterapia hanno una bassa prognosi e scarse opzioni terapeutiche a disposizione.
[1] Ferlay, J., et al., Estimates of the cancer incidence and mortality in Europe in 2006 Ann Onc 2007;18(3):581-92