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Alcuni esperti che studiano il cervello umano hanno fatto notevoli progressi nel migliorare la conoscenza di come funziona, grazie in parte ai metodi di neuroimaging che sono stati sviluppati a partire dagli anni 1990. La caratterizzazione della sua struttura e delle connessioni però potrebbe permettere una conoscenza ancora maggiore di come i nostri cervelli si connettono.

E qui entra in gioco un team di ricercatori finanziati dall’UE che stanno lavorando per creare atlanti delle connettività del cervello in varie fasi della vita. Questi atlanti saranno usati come riferimento da coloro che si occupano di neuroscienza e dei vari campi della medicina. In particolare, aiuteranno i ricercatori a svelare i misteri di vari disturbi del cervello come la schizofrenia e l’autismo. Gli scienziati credono che i disturbi dello sviluppo come l’autismo sono una funzione di connsessioni anomale tra le diverse regioni del cervello.

Lanciato nel 2009, il progetto CONNECT (“Consortium of neuroimagers for the noninvasive exploration of brain connectivity and tractography”) è sostenuto con 2,4 Mio EUR nell’ambito del tema “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” (TIC) del Settimo programma quadro (7° PQ) dell’UE.

Il consorzio CONNECT, sotto la guida dell’Università di Tel Aviv (TAU) in Israele, sta usando l’imaging di diffusione con risonanza magnetica (MRI) per mappare le connessioni e la microstruttura del cervello umano. I ricercatori stanno costruendo uno strumento co-sviluppato dal dott. Yaniv Assaf della TAU.

“È attualmente impossibile per i medici “vedere” disturbi lievi nel cervello che potrebbero causare una disabilità devastante e potenzialmente rischiosa per la vita,” ha spiegato il dott. Assaf, il cui lavoro si occupa principalmente di gruppi di fibre nervose, o assoni, fornendo così il supporto di cui hanno bisogno gli scienziati per creare una mappa di lavoro migliorata del cervello per la ricerca futura.

Le cellule del cervello sono connesse da assoni, il cui diametro è di circa un micron (un milionesimo di metro). Gli assoni hanno la capacità di trasferire informazioni a diverse parti del cervello. Quello che mancava in questo campo della ricerca era una tecnica di imaging non invasiva in grado di far “vedere” agli scienziati tali caratteristiche del cervello.

Chiamato “AxCaliber”, lo strumento sviluppato dal dott. Assaf permette il riconoscimento di gruppi di insiemi anormali di assoni. Secondo il dott. Assaf, questi gruppi potrebbero servire come biomarcatori per la diagnosi precoce, il trattamento e il monitoraggio di disturbi del cervello.

“Attualmente, possiamo mappare il cervello umano sano dopo l’età della pubertà,” ha detto il dott. Assaf. “Ma una volta che avremo assemblato questo atlante, potremmo fare questa scanzione prima della pubertà – e forse anche in utero – per determinare chi è a rischio di disturbi come schizofrenia, in modo che si possa intervenire presto e cominciare le cure.”

In definitiva, i partner di CONNECT contribuiranno a promuovere cure più efficaci delle malattie legate al cervello e permetteranno ai medici diagnostici di prevedere meglio l’insorgere di tali malattie.

CONNECT riunisce importanti esperti provenienti da Danimarca, Francia, Germania, Israele, Italia, Svizzera e Regno Unito. Il progetto si concluderà alla fine del 2011.

Per maggiori informazioni, visitare:

Tel Aviv University:
http://www.tau.ac.il/index-eng.html

Ricerca sulle TIC nell’ambito del 7° PQ:
http://cordis.europa.eu/fp7/ict/home_en.html

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