Malattia di Parkinson: Vicenza si conferma punto di riferimento per il Triveneto nel trattamento delle patologie neurologiche
Vicenza, 6 settembre 2010 – La Casa di Cura Villa Margherita di Vicenza si conferma polo d’eccellenza per il Triveneto nel trattamento dei disturbi del movimento, tra cui la Malattia di Parkinson. Presso il reparto di neurologia diretto dal Dottor Giampiero Nordera vengono visitati ogni anno oltre 1.000 pazienti, per la metà dei quali viene indicato un successivo ricovero. Grazie ai continui progressi delle terapie farmacologiche e chirurgiche i malati di Parkinson sono trattati con diverse soluzioni terapeutiche in grado di contrastare anche per lunghi periodi il peggioramento del quadro clinico.
“La Malattia di Parkinson è la 2^ patologia neurologica cronica più diffusa tra gli anziani dopo l’Alzheimer e colpisce in Italia oltre 250 mila persone. La sua prevalenza a livello mondiale è stimata attorno all’1-2% della popolazione di età superiore ai 65 anni – afferma il Dottor Giampiero Nordera, primario del reparto di neurologia della Casa di Cura Villa Margherita. Il nostro Centro si è sempre distinto per l’alta specializzazione nei trattamenti che vanno dalla somministrazione di farmaci, generalmente levodopa e dopamino agonisti per via orale, transdermica o per infusione, per arrivare, in casi selezionati, al trattamento neurochirurgico (stimolazione cerebrale profonda) che per primi abbiamo introdotto nella nostra Regione”.
Il Centro di Villa Margherita oltre a utilizzare farmaci convenzionali per la Malattia di Parkinson, conduce anche una serie di sperimentazioni su nuove molecole.
“Esistono, poi, situazioni – continua Nordera – in cui la ricerca farmacologica cerca nuove soluzioni per migliorare il profilo di una molecola già in uso, di cui è stata ampiamente dimostrata l’efficacia”. E’ il caso, ad esempio, del pramipexolo, appartenente alla classe dei dopamino agonisti, il cui uso è stato notevolmente incoraggiato negli ultimi anni in seguito alla pubblicazione di studi che hanno dimostrato come il precoce utilizzo possa ritardare significativamente l’insorgenza delle fluttuazioni motorie, per il quale nel mese di luglio 2010 è stata lanciata la nuova formulazione in compresse a rilascio prolungato con somministrazione unica giornaliera.
“Ci aspettiamo molto – aggiunge Nordera – dalla nuova formulazione di pramipexolo, che dovrebbe ottimizzare il buon funzionamento del farmaco. Le compresse a rilascio prolungato hanno, infatti, il vantaggio di una maggior stabilità dei livelli plasmatici e cerebrali nelle 24 ore, rispetto a quelle a rilascio immediato, che richiedono tre somministrazioni al giorno, ed un miglioramento più costante della funzionalità motoria durante la giornata, con una riduzione della fase “off” ed aumento della fase “on” senza periodi di immobilità fra le dosi”.
“Spesso, poi, i malati di Parkinson hanno un quadro clinico complesso – conclude Nordera – che richiede l’assunzione di molti farmaci diversi per gestire i sintomi della malattia e di altre patologie concomitanti. La possibilità di ridurre il numero di compresse senza dover rinunciare all’efficacia della terapia, dovrebbe, quindi, migliorare anche l’aderenza dei pazienti alla stessa”.