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Policlinico di Abano Terme e Fondazione Leonardo, grazie alla collaborazione della Fondazione Cariparo e dell’Università di Pisa, lanciano il “formaggio – medicina”

Allevamento di pecore viene nutrito con un mangime sperimentale contenente semi di lino estrusi, formulato da ricercatori universitari di Pisa. Ne scaturisce una produzione casearia che fa bene alla salute. Policlinico di Abano Terme e Fondazione Leonardo iniziano la sperimentazione su pazienti. Obiettivo: testarne la funzione preventiva contro malattie cardiovascolari e osteoporosi. Se tra 30 mesi le ipotesi saranno confermate, la produzione del pecorino Cladis si estenderà agli ovini di Onna (L’Aquila)

Abano Terme (Padova), settembre 2010

Si chiama CLADIS, ha lo stesso sapore di quello originale ma, in più, è ricco di acido linoleico coniugato (CLA), un acido grasso polinsaturo che contribuisce a proteggere l’organismo dalle malattie cardiovascolari. E’ il formaggio pecorino messo a punto dal team del professor Pierlorenzo Secchiari della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa. È stato ottenuto mediante latte di pecore nutrite con uno speciale mangime ricco di semi di lino estrusi – una fonte naturale di precursori di acido linoleico coniugato (CLA) – che gli stessi sperimentatori hanno già dimostrato portare alla produzione di un latte particolarmente ricco di CLA.

Il nuovo formaggio sarà presto allo studio dei ricercatori del Policlinico di Abano Terme – Fondazione Leonardo che ne vogliono testare gli effetti protettivi. Denominato CLADIS (The impact of dairy food rich in CLA: A Dietary Intervention Study in older women with the metabolic syndrome), il trial durerà trenta mesi e coinvolgerà una popolazione di 100 donne over 60 con sindrome metabolica. Questo tipo di pazienti potrebbe ottenere un doppio beneficio dal CLA: prevenzione di malattie cardiovascolari e di osteoporosi.

Il pecorino CLADIS, se inserito nell’ambito di una dieta equilibrata, potrebbe infatti non aumentare (e probabilmente abbassare) i livelli di colesterolo, contribuendo alla prevenzione di alcune delle principali patologie croniche debilitanti, come quelle cardiovascolari.

Inoltre, poiché il formaggio come è noto è un’ottima fonte di calcio, il suo effetto protettivo potrebbe estendersi anche contro l’osteoporosi. Infatti comunemente il formaggio tradizionale, per l’alto contenuto di grassi saturi, è controindicato per pazienti a rischio cardiovascolare. E per questo motivo non è utilizzabile quale fonte di calcio in un’alta percentuale di over 50, soprattutto nella donna in post menopausa, ad alto rischio di malattia cardiovascolare, ma anche purtroppo di osteoporosi.

L’acido linoleico, un acido grasso polinsaturo, della stessa famiglia degli omega -3, contribuisce, secondo gli studi, a proteggere l’organismo dalle malattie cardiovascolari, in quanto avrebbe un effetto benefico sul riequilibrio del livello di colesterolo buono (HDL) nel sangue, a scapito di quello cattivo (LDL).

“Il ruolo dei grassi nella dieta rappresenta un punto molto controverso: alcuni di essi sono considerati fattori di rischio cardiovascolare, mentre altri sono indispensabili per garantire l’apporto calorico per l’organismo, la funzione strutturale per le cellule ed altri importanti effetti biologici. Il confine tra nutrizionalmente utile e nocivo dipende – spiega il prof. Gaetano Crepaldi, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Leonardo – dalla quantità e dal tipo di grasso assunto con la dieta. Infatti, i diversi acidi grassi hanno differenti proprietà e influenzano la produzione di molecole ad alta attività biologica le quali modulano il metabolismo lipidico, il bilancio energetico e la risposta infiammatoria”.

“Tra i diversi acidi grassi riveste un ruolo di primo piano – continua il prof. Crepaldi – l’acido linoleico coniugato. Le diverse attività biologiche del CLA sono riconducibili alla sua capacità di ridurre la biosintesi degli eicosanoidi che sono alla base dell’instaurarsi dei processi infiammatori. Gli acidi grassi della dieta modulano anche la sintesi degli endocannabinoidi, acidi che influenzano il metabolismo lipidico e la distribuzione della massa grassa in diverse patologie associate all’obesità, come dislipidemia, fegato grasso, resistenza insulinica, diabete di tipo 2, aterosclerosi, che sono fortemente influenzate dal grasso viscerale. Il pecorino CLADIS apre dunque nuovi scenari”.

La sperimentazione avverrà grazie ad un finanziamento di 276 mila euro concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, presieduta dal dr. Antonio Finotti. Il pecorino sarà somministrato ad un campione di ospiti dell’Opera Immacolata Concezione (OIC) di Padova.

In caso di successo, si prevede di allargare la produzione di latte ricco in acido linoleico coniugato anche alle pecore di Onna, in provincia de L’Aquila, una delle zone più colpite dal terremoto dello scorso anno.

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