Osteoporosi e fratture vertebrali: se ne parla a Cremona il 25 settembre

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Dall’analisi delle cause agli esami radiologici, agli approcci di chirurgia mininvasiva più innovativi e sicuri: questi gli argomenti dell’incontro dedicato alle fratture della colonna vertebrale e destinato ai medici di medicina generale. Il prof. Giuseppe Galli, Direttore del reparto di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Cremona e il dr. Carlo Valtulina, daranno inoltre le indicazioni per un corretto percorso diagnostico -terapeutico del paziente.

Cremona, 22 settembre 2010 – Si parla di fratture vertebrali da compressione causate da osteoporosi, dalla loro genesi ai più recenti trattamenti di chirurgia mininvasiva, nell’incontro “Osteoporosi e fratture vertebrali”, che si terrà a Cremona il 25 settembre presso la Sala Monteverdi dell’Hotel Impero. Il convegno, presieduto dal Prof. Giuseppe Galli, Direttore del reparto di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, rappresenta l’occasione per informare i Medici di Medicina Generale sulle nuove tecniche di chirurgia mininvasiva vertebrale e proporre procedure condivisibili per avviare immediatamente i pazienti verso un corretto percorso di cura.

Ogni anno in Italia si verificano oltre 100.000 fratture vertebrali causate da osteoporosi. Il progressivo invecchiamento della popolazione, specie nei Paesi più sviluppati, unito alle aumentate esigenze funzionali, fanno sì che le problematiche mediche legate alle patologie della colonna vertebrale, in vertiginoso aumento, siano diventate uno dei principali problemi a cui devono far fronte le persone anziane.

Nel corso del convegno verrà inquadrata l’osteoporosi da un punto di vista clinico ed eziopatologico, e si darà largo spazio al confronto tra le diverse procedure, attualmente in uso, di intervento mininvasivo  per le fratture vertebrali.

“Il primo referente a cui si rivolgono le persone che soffrono di osteoporosi e fratture da compressione è il medico di medicina generale, che pertanto riveste un ruolo essenziale nell’intero processo di possibile risoluzione della condizione patologica – dichiara il Prof. Giuseppe Galli –  L’intento dell’incontro è quindi quello di individuare una proposta di linee guida per una procedura diagnostico-terapeutica standardizzata, al fine di avviare il paziente, sin dalla prima visita, verso la giusta strada.”

In particolare, compito del medico di base è quello di riconoscere immediatamente i casi da trattare chirurgicamente, abbattendo le naturali resistenze dei pazienti, soprattutto anziani, all’idea del bisturi. Per questo, un altro importante obiettivo del corso è informare i medici di famiglia delle procedure di chirurgia vertebrale mininvasive più innovative e sicure.

Ad oggi i sistemi più utilizzati sono la cifoplastica con palloncino e la vertebroplastica. Entrambe le tecniche prevedono l’iniezione di cemento nella vertebra fratturata, ma la caratteristica che rende unica la cifoplastica è l’uso di un “palloncino” inserito per via percutanea, che una volta gonfiato, oltre a stabilizzare la frattura, risolleva la vertebra collassata posizionandola il più vicino possibile all’altezza originale. A questo punto, si procede con l’inserimento di un cemento sintetico o biologico.

“La cifoplastica rappresenta il sistema più efficace, in termini di sicurezza e recupero funzionale della mobilità dichiara il Dr. Carlo Valtulina, neurochirurgo presso l’Azienda Ospedaliera di Cremona – Oltre alla presenza del palloncino, un altro vantaggio è dato dalla riduzione dei rischi di fuoriuscita del cemento iniettato, poiché il chirurgo modula manualmente la pressione della siringa e pertanto la quantità dello stesso da inserire nel corpo vertebrale.  I medici di medicina generale devono pertanto comprendere che, una volta che lo specialista ha stabilito se il paziente può essere sottoposto a tale operazione, si tratta di una procedura semplice, che non deve spaventare. Presso l’Ospedale di Cremona questa tecnica è stata adottata con successo dalla fine del 2007 e ad oggi ci sono stati circa un centinaio d’interventi.

La cifoplastica con palloncino è un intervento della durata di circa un’ora che viene eseguito in anestesia locale e sedazione o generale, a seconda del paziente. Dopo l’intervento, il paziente rimane in osservazione per un paio di giorni, mentre i suoi sintomi dolorosi scompaiono nell’immediato. I vantaggi correlati a questa tecnica chirurgica sono numerosi: dalla rapidità con cui viene restituita la mobilità al paziente, ai notevoli risparmi economico-sociali rispetto alle cure tradizionali. Vengono infatti evitati i costi di ospedalizzazione, riabilitazione e cura farmacologica del dolore.

“Inoltre, da circa un anno presso il reparto di Neurochirurgia viene utilizzata una nuova tecnologia innovativa nelle operazioni chirurgiche tra cui la cifoplastica: – prosegue il Dr. Valtulina –  un neuronavigatore, con il quale si può entrare nella vertebra fratturata, soprattutto in quelle della zona dorsale alta, di più difficile intervento, e seguire il percorso del bisturi senza esami radiografici aggiuntivi. Nel corso della giornata descriveremo anche questo strumento, per sottolineare maggiormente che si tratta di modalità sicure, che possono disporre di strumentazioni utili e all’avanguardia.”

L’osteoporosi è un problema assai diffuso (in Italia ogni anno si verificano oltre 100.000 casi), in particolar modo tra le donne in età post-menopausale. La patologia si manifesta con un andamento cronico e con una elevata predisposizione alle fratture in quanto l’osso diminuisce di consistenza, diventa poroso e quindi fragile. Il progressivo invecchiamento della popolazione, specie nei Paesi più sviluppati, unito alle aumentate esigenze funzionali fanno sì che le problematiche mediche legate alle patologie discali abbiano subito un vertiginoso incremento in termini numerici e non solo.

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