Ipertensione polmonare: studi gettano nuova luce sulle cause
C’e’ una nuova e interessante scoperta che riguarda l’ipertensione polmonare. Viene da una ricerca del Programma di ‘Ipertensione Polmonare’ della facolta’ di Medicina dell’Universita’ di Alberta, in Canada, che aiuta a far luce sul meccanismo che porta all’insorgenza di questa malattia e in particolare alla crescita eccessiva di cellule vascolari che, se non curata, provoca insufficienza ventricolare destra e anche la morte del paziente. Di questo fenomeno, chiamato ‘rimodellamene vascolare’, non si conoscono ancora le esatte le cause pur essendo stato oggetto negli ultimi anni di numerosi studi. Ora, la ricerca pubblicata su ‘Science Translational Medicine’ e riportata da www.osservatoriomalattierare.it offre una possibile spiegazione dimostrando come l’aumento della ossidazione degli acidi grassi e un cambiamento nel rapporto glicolisi/glucosio possa avere un ruolo importante in quei casi di malattia che non sono la conseguenza di altre patologie, cioe’ nei casi definiti ipertensione idiopatica polmonare (PHA).
Le cellule della muscolatura liscia vascolare che proliferano durante l’ipertensione arteriosa polmonare sono caratterizzati da una particolare alterazione mitocondriale detta iperpolarizzazione, che causa un accumulo di calcio a livello intercellulare, dall’attivazione del fattore di trascrizione NFAT (fattore nucleare delle cellule T attivate), e da un difetto nel canale ionico Kv1.5 che regola il passaggio del potassio attraverso la membrana cellulare. Tutti fattori che rendono queste cellule refrattarie all’apoptosi, cioe’ alla morte programmata, necessaria per mantenere l’equilibrio cellulare. Proprio per questo motivo gia’ dal 2008, considerando che questa problematica e’ simile a quella che si riscontra in altre cellule maligne, ha portato alla ‘ipotesi del cancro’ in PAH, cioe’ che la crescita e la proliferazione dei vasi polmonari sia simile a quello osservato nei tumori maligni. I ricercatori dell’Universita’ di Alberta sono partiti da queste conoscenze per dare una spiegazione a questa proliferazione e hanno riscontrato che i topi privi del gene per l’enzima metabolico malonil-coenzima A (CoA) decarbossilasi (MCD), fondamentale per la regolazione dell’ossidazione degli acidi grassi e per il controllo del rapporto di ossidazione del glucosio, non mostrano vasocostrizione polmonare durante l’esposizione all’ipossia acuta e non sviluppano ipertensione arteriosa polmonare durante quella cronica. Inoltre i ricercatori hanno dimostrato che il trattamento con i modulatori metabolici dicloroacetato e Trimetazidina ha invertito la proliferazione vascolare in topi e ratti con ipertensione polmonare indotta. Lo studio da’ indicazioni sul ruolo dell’ossidazione degli acidi grassi e dell’MCD per il metabolismo e indica potenziali bersagli terapeutici per il trattamento della malattia.
AGI – Salute