Malattia di Parkinson: Chieti si conferma punto di riferimento a livello regionale nel trattamento delle patologie neurologiche
Il “Centro per la cura dei disturbi del movimento” della Clinica Neurologica dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti si conferma polo d’eccellenza nel trattamento dei Disturbi del Movimento tra cui la malattia di Parkinson. Presso il Centro, diretto dal Professor Marco Onofrj, Ordinario in Neurologia presso l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara, vengono trattati oltre 1.600 pazienti, che, grazie ai continui progressi delle terapie farmacologiche e chirurgiche, possono contare su diverse soluzioni terapeutiche in grado di contrastare il peggioramento del quadro clinico.
“La Malattia di Parkinson è la 2^ patologia neurodegenerativa in ordine di frequenza dopo la malattia di Alzheimer e colpisce in Italia oltre 250 mila persone. La sua prevalenza a livello mondiale è stimata attorno all’1-2% della popolazione di età superiore ai 65 anni – afferma il Professor Marco Onofrj – Il nostro Centro si è sempre distinto per l’alta specializzazione nei trattamenti che vanno da quelli farmacologici, per arrivare, in casi selezionati, al trattamento neurochirurgico (stimolazione cerebrale profonda)”.
Al Centro è collegata, inoltre, una struttura chiamata “Centro Studi sull’Invecchiamento” in cui è presente un’unità di medicina comportamentale dove vengono sviluppati nuovi protocolli per la sperimentazione clinica. “In questo Clinical Research Center – continua Onofrj – abbiamo valutato tutte le molecole lanciate sul mercato negli ultimi anni, così come stiamo considerando quelle che usciranno a breve e che stanno già dando ottimi risultati nel controllo della malattia di Parkinson”.
“Esistono, poi, situazioni – continua Onofrj – in cui la ricerca farmacologica cerca nuove soluzioni per migliorare il profilo di una molecola già in uso, di cui è stata ampiamente dimostrata l’efficacia”. E’ il caso, ad esempio, del pramipexolo, appartenente alla classe dei dopamino agonisti, il cui uso è stato notevolmente incoraggiato negli ultimi anni in seguito alla pubblicazione di studi che hanno dimostrato come il precoce utilizzo possa ritardare significativamente l’insorgenza delle fluttuazioni motorie, per il quale nel mese di luglio 2010 è stata lanciata la nuova formulazione in compresse a rilascio prolungato con somministrazione unica giornaliera.
“Ci aspettiamo molto – aggiunge Onofrj – dalla nuova formulazione di pramipexolo, che dovrebbe ottimizzare il buon funzionamento del farmaco. Le compresse a rilascio prolungato hanno, infatti, il vantaggio di una maggior stabilità dei livelli plasmatici e cerebrali nelle 24 ore, rispetto a quelle a rilascio immediato, che richiedono tre somministrazioni al giorno, ed un miglioramento più costante della funzionalità motoria durante la giornata, con una riduzione della fase “off” ed aumento della fase “on” senza periodi di immobilità fra le dosi”.
“Spesso, poi, i malati di Parkinson hanno un quadro clinico complesso – conclude Onofrj – che richiede l’assunzione di molti farmaci diversi per gestire i sintomi della malattia e di altre patologie concomitanti. La possibilità di ridurre il numero di compresse senza dover rinunciare all’efficacia della terapia, dovrebbe, quindi, migliorare anche l’aderenza dei pazienti alla stessa”.