Pesci che ostacolano e combattono il cancro alla prostata

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Tuna

Pesce per combattere il cancro alla prostata. La ricetta arriva da uno studio della McGill University pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition. Una dieta “ittica” è l’arma in più per ridurre del 50% la mortalità di cancro alla prostata. Lo stabilisce una revisione di 31 studi che ha esaminato i consumi alimentari di centinaia di migliaia di pazienti. Nel complesso, i grandi mangiatori di specialità marine hanno avuto il 44% di possibilità in meno di sviluppare il cancro alla prostata metastatico, mentre un dato suona ancora più interessante: un consumo abbondante di branzino, merluzzo e tonno ridurrebbe la mortalità per cancro del 64%. Anche se nessuno studio è riuscito a dimostrare i benefici del pesce contro le neoplasie prostatiche, sembrano però accertati quelli che evitano la diffusione metastatica del tumore.

Quanto pesce si deve mangiare? Molto è la regola, anche se i ricercatori guidati da Konrad M. Szymanski non si spingono a suggerire con precisione quanto.

Nonostante lo studio non abbia approfondito gli effetti dei supplementi di omega-3, questa famiglia di acidi grassi insaturi dotati di una catena chimica “leggera”, sono noti in letteratura come antiossidanti dagli effetti anti-cancerogeni. Sono invece in crescita, di pari passo con l’aspettativa di vita degli uomini, i casi di tumore prostatico. I dati Usa dicono che uomo su sei durante la propria vita avrà una diagnosi di cancro alla prostata e, di questi, uno su sei è destinato a morire di cancro. Per questo dopo i 50 anni, gli specialisti urologi suggeriscono screening diagnostici periodici per controllare l’evoluzione della crescita dei tessuti.(ASCA)

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