Tumore al seno: cure mirate con guarigioni fino all’80 percento
Il tumore al seno colpisce piu’ nel ricco nord-est: Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige condividono un tasso (standardizzato) di 131 casi ogni 100.000 abitanti, contro la media italiana di 93. Sono pero’ in linea con il resto del Paese rispetto alle possibilita’ di guarire: in Italia oggi 8 pazienti su 10 superano il tumore, anche quando e’ particolarmente aggressivo, di tipo HER2-positivo, una forma che 10 anni fa non dava molte speranze. Merito della diagnosi precoce e dei farmaci biologici mirati sul bersaglio. Una ‘strategia di attacco’ che dal seno si sta estendendo ad altre neoplasie, in primo luogo quella dello stomaco. In questo caso, la distribuzione geografica e’ completamente diversa, con le regioni del centro in testa alla classifica di dove ci si ammala di piu’. La ‘mappa’ del rischio emerge dal convegno nazionale ‘Breast and Gastric cancer: dai bersagli molecolari alle applicazioni cliniche’, oggi e domani a Bardolino, Verona, con alcuni tra i maggiori esperti italiani. “Le cause della piu’ alta incidenza del carcinoma della mammella in queste regioni sono in gran parte ignote”, ha spiegato il prof. Marco Venturini direttore dell’oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, Verona, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e chairman del convegno. Ma, ha aggiunto l’esperto, “la tendenza ad avere figli in eta’ avanzata, piu’ spiccata al settentrione, e’ uno dei fattori piu’ sospetti, cosi’ come stili di vita scorretti: poco movimento, abitudine al fumo, errata alimentazione, eccessivo consumo di alcol”. Oggi pero’ le donne, ha sottolineato Venturini, “possono contare su cure piu’ efficaci e sicure, in particolare sul trastuzumab, uno dei primi farmaci biologici ‘intelligenti’ messi a punto contro il cancro. Una molecola dai risultati rivoluzionari – ha spiegato Venturini – che in un solo decennio di pratica clinica ha cambiato in maniera radicale la storia naturale della neoplasia”.
Le donne colpite da tumore HER2-positivo sono circa il 20%: “un tempo la loro prognosi era nettamente peggiore”, ha riferito l’oncologo, “oggi invece la speranza di vita e’ uguale per tutte le pazienti e l’80% sconfigge la malattia”. Inoltre sono stati da poco resi noti i risultati preliminari di una formulazione chiamata T-DM1 che combina il trastuzumab con un potente agente citotossico: “indirizzando entrambi i farmaci soltanto contro il tumore, abbassa di molto ogni effetto collaterale”, ha confermato Venturini. Per il tumore al seno “esistono in particolare due tipi di trattamento ‘mirato'”, ha spiegato il prof. Giuseppe Viale, ordinario di Anatomia Patologica all’Universita’ di Milano e direttore dell’Anatomia Patologica dell’IEO di Milano, “la terapia indotta con farmaci ad attivita’ antiestrogenica e quella con trastuzumab. Le indicazioni per l’una o per l’altra derivano dal rispettivo bersaglio molecolare, il recettore per estrogeni o quello HER2. Se noi patologi sbagliamo nel qualificare l’espressione dei marcatori tumorali, l’oncologo viene indirizzato verso cure non adeguate”. Il rischio di errore e’ molto elevato: nel mondo e in Italia, e’ stimato tra il 20 e il 40%. “Per ridurlo”, ha spiegato Viale, “abbiamo deciso di instaurare una collaborazione strutturata con gli oncologi, una partnership che ha caratteristiche uniche perche’ e’ ampiamente condivisa, partita dalla base con una prima riunione tra circa 100 patologi”. Secondo gli esperti riuniti al convegno anche per il tumore gastrico trastuzumab ha dimostrato una notevole efficacia nel prolungare la sopravvivenza nei pazienti metastatici HER2-positivi, e per questo ha ricevuto l’approvazione dall’Agenzia europea del farmaco (EMA), in combinazione con la chemioterapia, per tale tipo di tumore. A Bardolino si parla ampiamente anche del futuro delle terapie per i tumori HER2-positivi. “Tra i vantaggi indiscutibili della nuova formulazione T-DM1 -conclude Venturini- vi e’ la riduzione ulteriore degli effetti collaterali come perdita di capelli, nausea e stanchezza che rendono cosi’ pesante da sopportare la chemioterapia. E gia’ col solo trastuzumab queste problematiche sono ridotte a un decimo”