[AME]Obesita’ ed alterazioni endocrine
A cura del Dottor Raffaele Volpe, Responsabile Unità Operativa di Endocrinologia AORN Cardarelli di Napoli
L’obesità è associata a numerose disfunzioni endocrine: tra queste, la sindrome di Cushing (CS), la deficienza di GH nell’adulto (GHD), l’iperaldosteronismo primitivo (PA), la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e l’ipogonadismo maschile.
Le disfunzioni endocrine sono spesso causa di obesità viscerale, insulino-resistenza (IR), sindrome metabolica (MS) ed aumentato rischio cardio-metabolico.
Il rischio cardio-metabolico associato all’obesità dipende molto dalla localizzazione del tessuto adiposo. Il grasso viscerale assume notevole importanza nella genesi delle alterazioni cardio-vascolari. E’ opinione diffusa che la distribuzione del grasso regionale nell’uomo e nella donna sia regolata fisiologicamente dagli ormoni sessuali.
Lo stato metabolico può variare con i vari gradi di obesità. Vi sono obesi metabolicamente sani e obesi metabolicamente malati. I glucocorticoidi, l’asse GH/IGF1, il sistema Renina – angiotensina – aldosterone (RAAS) e gli ormoni sessuali sono in grado di esercitare importanti effetti sul metabolismo e sulla composizione corporea. E’ stato dimostrato che la gravità e la distribuzione del grasso corporeo sono differenti nell’adulto GHD rispetto ai pazienti affetti da sindrome di Cushing: in questi ultimi, infatti, prevale la localizzazione al tronco della massa grassa.
Il trattamento dei pazienti con GH-deficit o il trattamento medico o chirurgico dei pazienti con sindrome di Cushing riduce il grasso viscerale. L’iperandrogenismo e l’iperinsulinemia nelle donne con PCOS è responsabile dello sviluppo di uno stato di Insulino-Resistenza con incremento del rischio cardio–metabolico. Anche l’ipogonadismo maschile e la disfunzione erettile (ED) potrebbero essere considerati dei marcatori di rischio cardio-vascolare.
I soggetti obesi, d’altra parte, spesso presentano un incremento della concentrazione plasmatica di glucocorticoidi.
Esistono, quindi, numerosi aspetti clinici metabolici e cardiovascolari che avvicinano il fenotipo di obesità viscerale alla sindrome di ipercortisolismo endogeno o esogeno. Inoltre, l’obesità esercita un impatto negativo sull’asse GH-IGF-1 generalmente reversibile dopo un discreto calo ponderale.
Circa un terzo dei soggetti obesi mostra un basso livello di GH/IGF1 senza alcuna evidenza di malattia organica ipofisaria. Gli obesi con GH-Deficit presentano un incremento della prevalenza di Sindrome-Metabolica rispetto ai soggetti obesi con normale secrezione di GH. La perdita di peso e di massa grassa è maggiore nei pazienti che normalizzano l’asse GH/IGF1 dopo chirurgia bariatrica rispetto ai pazienti affetti da Sindrome di Cushing. In donne obese sono spesso osservate alterazioni tipiche della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
E’ anche noto che l’obesità aumenta il rischio di comorbidità associato alla PCOS ed i farmaci insulino-sensibilizzanti sono considerati soluzioni terapeutiche efficaci nella gestione della PCOS.
L’alta prevalenza dell’obesità e le alterazioni della composizione corporea nella PCOS indicano l’esistenza di un circolo vizioso tra obesità viscerale, insulino-resistenza, rischio cardio-metabolico ed il miglioramento dei problemi clinici relativi alla PCOS con il calo ponderale dopo chirurgia bariatrica.
Anche l’ipogonadismo e la disfunzione erettile (ED) interessano spesso uomini con obesità grave e diabete tipo II. La terapia sostitutiva con androgeni è efficace nel determinare una riduzione notevole dei fattori di rischio cardio-vascolare negli uomini ipogonadici con sindrome metabolica, senza significativi effetti collaterali ematochimici e prostatici.
Il sistema Renina – angiotensina- aldosterone (RAAS) è molto conosciuto per il suo ruolo regolatore della funzione cardio-vascolare e l’equilibrio idro-salino. Nel tessuto adiposo, in particolare, è largamente presente un’associazione tra produzione di aldosterone e Insulino-resistenza, riportata in pazienti obesi. Quindi, oltre all’ipertensione il sistema RAAS potrebbe anche essere coinvolto nella patogenesi di molte complicanze dell’obesità.
Nei pazienti obesi vi è un complesso rapporto tra gli assi endocrini, le alterazioni metaboliche ed il rischio cardio-vascolare, che rappresenta un impegno sempre più crescente di studio per gli endocrinologi e per molti altri specialisti in un settore della medicina in cui diventa sempre più necessaria la multidisciplinarietà.