Antiaggreganti: complicanze di rischio emorragico nei casi di trauma cranico
Per la prima volta, è stato dimostrato, su una casistica sufficientemente ampia, che la terapia cronica con antiaggreganti per la prevenzione del rischio cardiovascolare può rivelarsi un significativo fattore di rischio di complicanze emorragiche in un soggetto con trauma cranico, anche di grado lieve.
La scoperta è del dott. Andrea Fabbri dell’Unità Operativa Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza, 118, che ha pubblicato uno studio dal titolo “Predicting Intracranial Lesions by Antiplatelets Agents in Subjects with Mild Head Injury”, ripreso sul numero di novembre del Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry, rivista inglese molto accreditata in ambito neurologico.
I risultati della ricerca, effettuata su un gruppo di 14mila casi, presentano importanti novità sotto il profilo della pratica clinica, ridefinendo il gruppo dei predittori di rischio. Lo studio mostra, infatti, che l’effetto si manifesta indipendentemente dalla presenza o meno dei noti fattori di rischio. Si tratta quindi di un significativo contributo per la ridefinizione del profilo di rischio dei soggetti con trauma cranico, che testimonia come l’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì sia sempre attivo sotto il profilo della ricerca scientifica. Per approfondimenti