Malati Sclerosi Multipla chiedono incontro con il Min. Fazio
Inserire nei Lea (livelli essenziali di assistenza) la diagnosi e il trattamento della Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica). Avviare un centro di eccellenza per la ricerca e l’assistenza per le malattie del sistema nervoso centrale causate da patologie venose croniche. Sono le richieste avanzate dall’associazione malati sclerosi multipla Ccsvi-Sm, in una lettera aperta inviata al ministro della Salute Ferruccio Fazio, in cui viene rinnovata la richiesta di un incontro.
La lettera dell’associazione segue la circolare che il ministro ha inviato agli assessori alla Sanità regionali a proposito di Ccsvi e sclerosi, dopo le speranze nate fra i malati sull’ipotesi che la patologia sia associata all’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica. Correlazione ipotizzata da Paolo Zamboni, direttore del Centro di malattie vascolari dell’università di Ferrara, secondo cui la patologia è trattabile attraverso un intervento di angioplastica con palloncino per disostruire la vena occlusa.
Nello specifico, l’associazione chiede che “diagnosi e trattamento della Ccsvi non siano accomunate ad altre patologie, ma siano inserite nei Lea con la validazione di un apposito codice identificativo che garantisca ai malati un trattamento qualitativamente adeguato, e nello stesso tempo sia consentita la tracciabilità dei dati”. Per i malati di sclerosi multipla, infatti, “la proposta del ministro, non riconoscendo quanto già convalidato dalla comunità scientifica internazionale, tende a indebolire il significato e il valore di questa straordinaria scoperta italiana”. L’associazione chiede inoltre “l’avvio di un centro di eccellenza per la ricerca e l’assistenza per le malattie del sistema nervoso centrale causate da patologie venose croniche messe in luce dal gruppo emiliano guidato da Zamboni”.
Nella lettera dell’associazione Ccsvi-Sm, si sottolinea “con stupore” come Fazio abbia presentato lo studio sperimentale Fism (Fondazione italiana sclerosi multipla) diagnostico, che sta per partire, come l’unico, senza fare cenno alla sperimentazione sia diagnostica che terapeutica che sta per iniziare in Emila e Romagna sotto la direzione di Zamboni.
Studio che, sottolinea l’associazione, “sarà eseguito secondo i criteri scientifici internazionali richiesti, i cui risultati saranno decisivi non solo per valutare la correlazione tra le due patologie, ma anche se l’angioplastica avrà effetti anche sulla sclerosi multipla. Studi analoghi a questo sono in corso negli Stati Uniti e in altri Paesi”.
Infine, l’associazione Ccsvi-Sm rileva che il ministro, nel presentare lo studio Fism, “tralascia il fatto che Zamboni si è clamorosamente dimesso da questo studio, che avrebbe dovuto dirigere, con le seguenti motivazioni: ‘scientificamente nessuna delle istanze da me avanzate nelle riunioni e negli scambi epistolari ha avuto alcun riscontro. In sintesi sono fortemente convinto della non fattibilità dello studio seguendo il compromesso del protocollo insegnato in modo difforme rispetto al mio da altri centri giudicati idonei alla didattica, il timing imposto per la per la preparazione degli sperimentatori e la conseguente rilevazione dei dati. Oltretutto, alcuni colleghi mi hanno telefonato scandalizzati poiché nelle sedute di didattica in cui non ero presente, venivano chiaramente messi in dubbio i principi del protocollo'”.(ADNKRONOS)