Malattia di Parkinson: Messina si conferma punto di riferimento per la Sicilia nel trattamento delle patologie neurologiche

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Messina, 29 novembre 2010 – Il Policlinico Universitario Gaetano Martino di Messina si conferma polo d’eccellenza per la Sicilia nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi del movimento, tra cui la Malattia di Parkinson e i parkinsonismi. Presso l’Ambulatorio Malattia di Parkinson (Responsabile Professor Letterio Morgante) della Unità Operativa Dipartimentale di Neurofisiopatologia e Disordini del Movimento del Policlinico Universitario diretta dal Professor Paolo Girlanda afferiscono circa 2.000 pazienti che, grazie ai continui progressi delle terapie farmacologiche e chirurgiche, possono contare su diverse strategie terapeutiche in grado di contrastare il peggioramento della sintomatologia.

La Malattia di Parkinson è la 2^ patologia neurologica cronica più diffusa tra gli anziani dopo l’Alzheimer e colpisce in Italia oltre 150 mila persone. La sua prevalenza a livello mondiale è stimata attorno all’1-2% della popolazione di età superiore ai 65 anni – afferma il Professor Letterio Morgante. Il nostro Centro da oltre vent’anni si occupa di questa patologia e si è sempre distinto per l’alta specializzazione dei trattamenti che vanno dalle terapie, per così dire, ‘tradizionali’ a quelle alternative (per alcuni casi selezionati) per la fase complicata di malattia, come la terapia infusiva con farmaci dopaminergici e la terapia chirurgica non lesionale di stimolazione del nucleo subtalamico, effettuata grazie alla collaborazione con l’Unità di Neurochirurgia diretta dal Professor Francesco Tomasello”.

Il Centro di Messina svolge un’intensa attività di ricerca, anche in collaborazione con altri Istituti neurologici italiani, soprattutto nell’ambito dell’epidemiologia e dei sintomi non motori, la cui corretta gestione è rilevante per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Inoltre, negli ultimi anni sono state avviate una serie di sperimentazioni farmacologiche multicentriche mirate allo studio di nuovi farmaci e alla ricerca di nuove soluzioni per migliorare il profilo di molecole già in uso con provata efficacia.

In questo contesto è noto che l’uso dei dopamino agonisti è stato notevolmente supportato, negli ultimi anni, da numerose pubblicazioni di studi che hanno dimostrato come il precoce utilizzo di questi farmaci possa ritardare significativamente l’insorgenza delle fluttuazioni motorie. Recentemente è stata introdotta in terapia una nuova formulazione di dopaminoagonista a rilascio prolungato (pramipexolo a rilascio prolungato) con la possibilità di unica somministrazione giornaliera.

“Analogamente ad altri dopamino agonisti – aggiunge Morgante – questa nuova formulazione di agonista dopaminergico dovrebbe ottimizzare il buon funzionamento del farmaco. Le compresse a rilascio prolungato hanno, infatti, il vantaggio di una maggiore stabilità dei livelli plasmatici nelle 24 ore, rispetto a quelle a rilascio immediato, che richiedono tre somministrazioni al giorno, ed un miglioramento più costante della funzionalità motoria durante la giornata”.

“Spesso, poi, i malati di Parkinson hanno un quadro clinico complesso – conclude Morgante – che richiede l’assunzione di diversi farmaci per gestire i sintomi della malattia e di altre patologie concomitanti. La possibilità di ridurre il numero di compresse senza dover rinunciare all’efficacia della terapia, dovrebbe, quindi, migliorare anche l’aderenza dei pazienti alla stessa”.

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