Tumore al colon-retto: a Napoli la soluzione chirurgica senza cicatrici passa attraverso l’ombelico
Presso l’Istituto Tumori Pascale di Napoli, il Professor Giovanni Romano, primario del reparto di Chirurgia Addominale, è stato il primo in Campania dall’inizio del 2010 ad adottare con successo la laparoscopia con singola incisione per interventi sul tumore del colon-retto.
Napoli, 10 novembre 2010 – Una sola incisione di 20 mm all’altezza dell’ombelico: questa è l’innovazione della chirurgia oncologica laparoscopica per intervenire sul carcinoma del colon retto, una delle cause di morte per tumore maligno più frequenti nei paesi occidentali, che In Italia riguarda ogni anno circa 30-50 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Una neoplasia molto rara fino ai 40 anni, ma che diventa sempre più ricorrente dopo i 60 e raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni. L’incidenza della patologia, che colpisce i due sessi in egual misura, è seconda solo al cancro al seno per le donne e al cancro ai polmoni per gli uomini.
Lo sviluppo di questo tipo di tumore quasi sempre avviene a partire da una lesione preesistente, chiamata polipo adenomatoso, una protrusione della mucosa del colon formato dalle stesse cellule che si moltiplicano in maniera incontrollata. Inizialmente benigna, questa proliferazione incontrollata può evolvere, in un intervallo di tempo di circa 10 anni, in forma maligna quando, oltre la mucosa, l’invasione coinvolge anche gli strati sottostanti (sottomucosa, muscolare, sierosa) e gli organi vicini.
Benché siano sconosciute le cause precise, esistono tuttavia fattori di rischio che incrementano le possibilità di sviluppare questa forma tumorale, in particolare l’età avanzata, una dieta ricca di grassi e povera di fibre, la familiarità e la presenza di un precedente stato infiammatorio, come la colite ulcerosa o il morbo di Chron.
La terapia più applicata è l’asportazione chirurgica del tratto di colon interessato dal tumore. Dagli anni ’90, la procedura chirurgica tradizionale “open” è stata quasi completamente sostituita da tecniche di laparoscopia, nelle quali l’asportazione avviene attraverso pochi piccoli fori nell’addome, al fine di ridurre le complicanze post-operatorie e migliorare il risultato estetico dell’intervento.
Negli ultimi anni le procedure laparoscopiche hanno avuto uno sviluppo straordinario, diventando sempre meno invasive. Oggi l’evoluzione della chirurgia laparoscopica si chiama SILS (Single Incision Laparoscopic Surgery), acronimo che indica una procedura in cui, grazie a dispositivi e strumenti specialistici, l’intervento viene eseguito con una singola incisione attraverso l’ombelico.
“Noi siamo stati i primi in Campania ad operare i tumori del colon-retto con la SILS, a partire dall’inizio del 2010. In tutto finora abbiamo operato una decina di casi, riscontrando esiti positivi nella fase post-operatoria – ha dichiarato il Professor Giovanni Romano, Presidente della ESCP (European Society of ColonProctology) e primario del reparto di Chirurgia Addominale dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli – Il principale vantaggio riscontrato è soprattutto di tipo estetico, poiché il singolo punto di accesso può essere perfettamente nascosto dall’apertura dell’ombelico. Inoltre, i pazienti operati con la SILS possono essere dimessi in 3-4 giorni, un tempo leggermente ridotto rispetto al decorso post operatorio della laparoscopia tradizionale: è però bene ricordare che i pazienti rimangono sotto osservazione anche dopo aver lasciato l’ospedale, al fine di ridurre il più possibile il rischio di complicanze nella fase di guarigione.”
“In Italia, nonostante la presenza di un’eccellenza professionale nel campo della chirurgia laparoscopica, l’applicazione della SILS sui tumori colorettali è iniziata da pochissimo, per cui ancora non esiste una casistica significativamente rilevante di pazienti – prosegue il Professor Romano – Tuttavia, i buoni risultati finora ottenuti ci rendono ottimisti sul contributo che questa tecnica può offrire in un’area chirurgica fondamentale come quella oncologica, in cui è diventato molto importante procedere verso soluzioni sempre meno invasive.”
La SILS è resa possibile grazie all’evoluzione dei dispositivi progettati, costituiti da una dispositivo di accesso flessibile che protegge il tessuto corpo e che può ospitare fino a tre strumenti da 5mm in una sola incisione; strumenti operativi articolabili e rotanti che consentono una migliore precisione e libertà di movimento in uno spazio di manovra stretto. La laparoscopia con singola incisione può essere utilizzata potenzialmente in tutti i campi adatti alla chirurgia laparoscopica tradizionale. Oltre alla chirurgia urologica, è già ampiamente impiegata in Europa e negli Stati Uniti per una vasta gamma d’interventi addominali, come colecistectomia, operazioni di chirurgia bariatrica e oncologica colorettale.
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