Aterosclerosi e nuove tecniche per dilatazione arterie: nuove tecniche

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aterosclerosi

I “palloncini medicali” sono la nuova frontiera nella terapia di una malattia che dai problemi di movimento può arrivare a richiedere l’amputazione. La tecnica sarà meno invasiva e sostituirà i tubicini nell’opera di dilatazione delle arterie
La chiamano ‘malattia delle vetrine’ perché chi ne è affetto è costretto a fare frequenti soste, per trovare sollievo dal dolore crampiforme che morde cosce e polpacci. La causa è il mancato arrivo di sangue ossigenato, che non passa per le arterie ristrette e dietro questo sintomo si nasconde l’aterosclerosi che colpisce le arterie degli arti inferiori. La malattia ha gradi crescenti di gravità, che sul piano clinico vanno dal dolore crampiforme al polpaccio o alla coscia (la cosiddetta claudicatio intermittens) fino alla necessità di ricorrere all’amputazione per salvare il paziente dalle conseguenze fatali della gangrena.

A causarla l’aterosclerosi delle gambe è soprattutto il diabete, aiutato dagli altri fattori di rischio per la salute delle arterie: fumo, colesterolo alto e ipertensione. Le malattie dei vasi periferici, da sempre ritenute un po’ la Cenerentola delle vasculopatie, oggi stanno tornando tuttavia prepotentemente alla ribalta, grazie soprattutto all’arrivo di nuovi trattamenti, dei quali si è parlato al 71° congresso della Società italiana di cardiologia. Fino a qualche tempo fa, le uniche possibilità di cura erano affidate ai farmaci anti-piastrinici e vasodilatatori o, quando possibile, al by-pass chirurgico; negli ultimi anni, invece, le cosiddette terapie endovascolari, cioè l’angioplastica, associata in genere al posizionamento di stent (cioè di tubicini infilati all’interno delle arterie della coscia e della gamba) hanno fatto la parte del leone e salvato tanti arti dall’amputazione.

“Si tratta tuttavia di soluzioni ‘imperfette’ – spiega Filippo Scalise, responsabile del Servizio di emodinamica II al Policlinico di Monza – perché i lunghi tubicini posizionati all’interno delle arterie degli arti inferiori nel tempo possono deformarsi, chiudersi o in qualche caso addirittura fratturarsi, creando così dei gravi problemi all’arrivo del sangue nelle parti più periferiche della gamba e del piede”.

Ma oggi, per il trattamento di questo tipo di aterosclerosi si sta per aprire un nuovo capitolo. Dopo i pallonicini ‘semplici’ dell’angioplastica, utilizzati per dilatare arterie ristrette, e i ‘tubicini’ – gli stent infilati nelle arterie per mantenerle aperte – stanno per arrivare i cosiddetti DEB (drug eluting ballon), i ‘palloncini medicati’. “La nuova tecnica – spiega Scalise – consiste nel dilatare l’arteria ristretta dall’aterosclerosi con un palloncino da angioplastica ricoperto di un farmaco, il paclitaxel, che viene tenuto per qualche decina di secondi a contatto con la parete del vaso”.

Questo farmaco ha un’azione anti-proliferativa, evita cioè che le cellule della parete del vaso, dopo il trauma causato dalla dilatazione comincino per reazione a proliferare e a migrare, causando così il progressivo richiudersi del vaso dilatato. Il paclitaxel, bloccando questa proliferazione, fa sì che non sia più necessario ricorrere al posizionamento dello stent per mantenere aperto il vaso dopo l’angioplastica e questo può significare tra l’altro risparmiare o alleggerire le successive terapie con farmaci anti-aggreganti piastrinici.

Si tratta di una tecnica minimamente invasiva, adatta anche a pazienti non più giovanissimi. “I pazienti anziani – commenta Scalise – oggi non si accontentano più di avere ‘solo’ le coronarie a posto; ci chiedono di poter fare una vita normale, di poter camminare, fare passeggiate, accompagnare i nipotini; di avere cioè anche le arterie delle gambe a posto. Questa tecnica, ancora sperimentale, potrebbe rappresentare una risposta valida”.

Dopo i promettenti risultati degli studi pilota (Thunder e FemPac) per il trattamento delle arterie della coscia, l’efficacia dei DEB (da soli o preceduti da trattamenti con laser o aterectomia) è attualmente al vaglio di vari studi sperimentali (IN. PACT, EURO-CANAL, ecc.) in corso in diversi Paesi europei e negli Usa. Alcuni risultati saranno già disponibili il prossimo anno.

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