Calcoli alla colecisti, un problema diffuso. A Palermo la soluzione chirurgica è senza cicatrici
Calcoli alla colecisti, un problema diffuso. A Termini Imerese (PA) la soluzione chirurgica è senza cicatrici
Presso l’Ospedale Salvatore Cimino, l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale diretta dal Dott. Giovanni Spinnato, centro d’eccellenza per la Sicilia, in circa 2 anni ha trattato con successo oltre 100 casi di colecistectomia con l’innovativa tecnica della laparoscopia con singola incisione.
Termini Imerese (PA), 21 dicembre 2010 – Una fitta violenta all’improvviso che si irradia al fianco destro e che sembra non passare. Questa la classica descrizione del dolore provocato dai calcoli alla colecisti, condizione patologica assai frequente, presente nel 10-15% della popolazione adulta. La sua diffusione è maggiore nel sesso femminile e si associa spesso a gravidanze multiple, obesità o rapidi cali ponderali
La colecisti – o cistifellea – è l’organo deputato a raccogliere la bile prodotta dal fegato durante il digiuno, riversandola nel tratto iniziale dell’intestino tenue dopo i pasti. Se avviene un’alterazione di questo processo, all’interno della colecisti si possono formare dei depositi solidi costituiti da colesterolo, calcio ed altri minerali, simili a sassolini, di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro – calcoli. Nella maggior parte dei casi i calcoli alla colecisti sono asintomatici e spesso vengono scoperti per caso nel corso di un’ecografia addominale effettuata per altri motivi, ad esempio durante una gravidanza. Tuttavia, un calcolo di grosse dimensioni o più calcoli piccoli possono incunearsi nel dotto cistico ed ostruirlo, creando così un tappo che impedisce la contrazione dell’organo o lo svuotamento della bile. Tale condizione genera dolori intensi ed improvvisi, che possono durare fino a 6-7 ore.
In presenza di una calcolosi della colecisti sintomatica l’indicazione assoluta è l’intervento chirurgico – colecistectomia – senza dover ricorrere a farmaci o trattamenti come la litotrissia che possono drammaticamente avere effetti collaterali. Dagli anni ’90, la procedura chirurgica tradizionale “open” è stata quasi completamente sostituita da tecniche di laparoscopia, nelle quali l’asportazione avviene attraverso pochi piccoli fori nell’addome al fine di ridurre il trauma operatorio e migliorare il risultato estetico.
Negli ultimi anni le procedure laparoscopiche hanno avuto uno sviluppo straordinario, diventando sempre meno invasive. Oggi una delle evoluzioni della chirurgia laparoscopica si chiama SILS (Single Incision Laparoscopic Surgery), acronimo che indica un sistema in cui, attraverso dispositivi e strumenti specialistici, l’intervento viene eseguito attraverso una singola incisione, attraverso l’ombelico.
“La SILS è molto efficace per gran parte degli interventi di colecistectomia: rispetto alla laparoscopia, che richiede solitamente fino a 5 punti d’accesso, praticare una singola incisione all’interno dell’ombelico significa rendere invisibile la cicatrice e offrire al paziente tutti i vantaggi di un intervento meno invasivo – ha dichiarato il Dottor Giovanni Spinnato, direttore dell’U.O. Complessa di Chirurgia Generale dell’Ospedale Salvatore Cimino di Termini Imerese (PA) – Grazie alla grande esperienza nel campo della laparoscopia tradizionale, il nostro centro di Palermo, ha adottato con successo la SILS per molti interventi addominali. Da Gennaio 2009 abbiamo operato circa 150 pazienti con questa tecnica, di cui più di 100 casi erano colecistectomie. Negli altri casi si è trattato di interventi di isterectomia e ernia ritenuta ed ultimamente abbiamo trattato anche casi selezionati di tumori del colon, sempre con buoni risultati come decorso e dolore post-operatorio e radicalità oncologica. Il primo vantaggio riscontrato è quello estetico, poiché nascondere la cicatrice significa eliminare ogni traccia dell’operazione subita. Inoltre, la mininvasività della tecnica determina anche una più rapida canalizzazione, da cui deriva una riduzione del dolore post-operatorio e della degenza ospedaliera, e quindi un evidente miglioramento dell’umore del paziente.”
“Questa nuova procedura richiede un’alta specializzazione ed una vasta esperienza operatoria nella chirurgia laparoscopica “classica”, al fine di garantire la massima precisione chirurgica – prosegue il Dottor Spinnato – Benché in fase iniziale, siamo certi che la SILS rappresenti un importante passo in avanti nello sviluppo delle tecniche “day surgery” ,in cui il paziente possa essere dimesso entro 24 ore dall’operazione.”
Secondo un recente studio pubblicato a Settembre 2009 su Surgical Endoscopy, che ha coinvolto 40 pazienti operati di colecistectomia, i pazienti sottoposti alla SILS hanno riportato, rispetto al gruppo trattato con laparoscopia classica, punteggi più bassi sia nella scala del dolore addominale dopo 12 ore dall’intervento, sia in quella del dolore alla spalla, dopo le prime 6 ore. Inoltre, dopo 24 ore, nel gruppo operato con la SILS il dolore era scomparso, come testimoniato anche dalla richiesta di farmaci analgesici molto più bassa.
La SILS è resa possibile grazie all’evoluzione dei dispositivi progettati, costituiti da una porta flessibile che si adatta alla forma del corpo e che può ospitare fino a tre strumenti in una sola incisione per offrire al chirurgo il massimo controllo durante l’intervento, strumenti manuali dotati della massima flessibilità e versatilità, con possibilità di rotazione interna fino a 360 gradi, che consentono una migliore precisione e libertà di movimento in uno spazio di manovra stretto. La laparoscopia con singola incisione può essere utilizzata potenzialmente in tutti i campi adatti alla chirurgia laparoscopica tradizionale. Oltre agli interventi di colecistectomia, è già ampiamente impiegata in Europa e negli Stati Uniti per una vasta gamma d’interventi addominali, come prostatectomia, chirurgia bariatrica e interventi di chirurgia oncologica colorettale.
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