Menopausa: cambiamento di rotta, non e’ tramonto della femminilita’ ma rinascita

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Il fatidico traguardo del mezzo secolo non coincide piu’ con il tramonto della femminilita’, anzi: le donne oggi affrontano questa tappa come una seconda giovinezza, molte raggiungono il culmine della carriera e vivono un nuovo rapporto (l’eta’ media femminile al divorzio e’ 43 anni). Nel 2008 vi sono state anche ben 107 neomamme a 50 anni e oltre. “Le nostre connazionali hanno una vita piu’ piena e attiva e sono mediamente molto piu’ in forma rispetto alle loro madri – spiega la dottoressa Raffaella Michieli, segretario nazionale della Societa’ italiana di medicina generale (Simg) -. Il fatto che oggi si parli molto di madri over 50 non e’ casuale ma riflette il diverso approccio moderno rispetto all’avanzare dell’eta’, anche nei confronti della vita sessuale e procreativa. Tuttavia l’arrivo della menopausa puo’ non essere ‘indolore’: per il 10% circa, i disturbi e i disagi possono minare significativamente la qualita’ di vita ed i medici di medicina generale devono essere pronti a cogliere questo messaggio”. Un sondaggio condotto a novembre su un campione di 200 camici bianchi italiani rivela che il 94% delle pazienti sintomatiche prova vampate di calore, il 49% sbalzi di umore, il 39% sudorazioni, il 35% aumento di peso. Nel 57% dei casi viene prescritta una terapia per i disturbi, e per il 67% delle donne e’ quella ormonale sostitutiva (Tos).

“Sopportano disagi anche pesanti per paura degli effetti collaterali – commenta il professor Marco Gambacciani, dell’Unita’ di Menopausa e Osteoporosi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana -. Dobbiamo informare le donne sulla sicurezza di questa terapia iniziata prima dei 60 anni. In particolare, nuove formulazioni a base di drospirenone hanno dimostrato anche di ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. Migliora quindi non solo la qualita’ ma anche l’aspettativa di vita: in pazienti tra 50-59 anni trattate con Tos vi e’ una riduzione del 30% della mortalita’ per queste malattie”. Il 77% dei medici conferma che le donne sottostimano questo pericolo, che rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile dopo i 50 anni. La misura preventiva piu’ praticata e’ la misurazione periodica della pressione, prevista dal 97% del campione. “L’ipertensione e’ il fattore di rischio indipendente piu’ importante nella donna – spiega il professor Giuseppe Mercuro, ordinario di cardiologia all’Universita’ degli studi di Cagliari -. La terapia con Angeliq (drosperinone 2 mg e 17beta-estradiolo 1 mg) ha dimostrato di abbassarla fino a 9 mmHg in donne ipertese gia’ trattate e, in pazienti ai limiti dell’ipertensione arteriosa l’ha riportata a valori piu’ accettabili. Recentemente, si e’ inoltre dimostrata efficace anche nel ridurre lo spessore dell’intima-media carotidea, una lesione ‘preclinica’ importante nel definire il rischio cardiovascolare e prevedere gli eventi morbosi futuri”. Nell’esperienza del medico di famiglia, l’85% delle pazienti che ha provato questa formulazione ha riscontrato benefici. Obiettivo dell’indagine fra i medici di famiglia della Simg e’ capire come sia cambiata la percezione delle donne riguardo alla menopausa rispetto a un decennio fa, quando furono pubblicati i risultati dello studio Women’s Health Iniatitive (WHI), poi messi in discussione. Oggi l’eta’ media per la perdita della fertilita’ nel nostro Paese e’ 50 anni ma il fumo di sigaretta puo’ anticiparla di quasi 2. “Le donne stanno sviluppando stili di vita sempre piu’ simili a quelli maschili, ad esempio per il consumo di sigarette (in crescita) o di alcol e per l’obesita’ – commenta la Michieli -. Servirebbe un cambio di mentalita’: cominciare a pensare fin da giovani anche alla salute del cuore; soprattutto perche’ viviamo per un terzo in eta’ post-menopausale, quando il rischio aumenta per il venir meno dell’effetto protettivo degli estrogeni”. “Fin dalla premenopausa possono comparire fattori di rischio importanti che poi negli anni successivi evolvono nella patologia cardiovascolare vera e propria, che in genere si manifesta nella donna intorno ai 65 anni, cioe’ 10-15 anni dopo la menopausa – aggiunge Mercuro -. E’ percio’ corretto guardare a questa tappa della vita con particolare interesse, perche’ ci offre l’occasione per mettere in evidenza il problema e definire interventi preventivi (a partire dagli stili di vita) e strategie terapeutiche. La TOS e’ una delle opzioni disponibili e puo’ presentare, se prescritta alla paziente giusta, vantaggi anche sotto il profilo di rischio cardiovascolare”. La selezione delle donne e dei trattamenti rappresenta oggi il vero obiettivo per i clinici. “L’anamnesi deve essere estremamente accurata, cosi’ da indirizzare la scelta del tipo di terapia e del dosaggio – spiega Gambacciani -. La somministrazione in presenza di disturbi costituisce gia’ un criterio. La sintomatologia infatti non insorge con la stessa intensita’ in tutte le donne e indica infatti un peculiare assetto biologico. Ad esempio, le vampate di calore sono un marker della sensibilita’ del sistema nervoso centrale, ma si associano anche a modificazioni organiche e funzionali dovute alla deprivazione estrogenica anche a carico di altri organi e apparati. Oggi si preferisce somministrare basse dosi di estrogeni natrurali, associati a progestinici di nuova generazione, ad azione non androginica. Angeliq determina un notevole miglioramento della sintomatologia climaterica, con una riduzione delle vampate, delle sudorazioni notturne, della depressione, migliorando la qualita’ del sonno e la libido. La presenza del drospirenone riduce o addirittura annulla i possibili effetti sulla ritenzione idrica – conclude -, rivelandosi particolarmente efficace nel controllo della pressione arteriosa e del metabolismo”.

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