Neuroblastoma: un gene alterato tra le possibili cause

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L’alterazione di un gene, l’ML01, e’ collegata all’insorgenza del neuroblastoma. Il passo avanti nella lotta al tumore solido, che colpisce i bambini in eta’ prescolare, arriva da un gruppo di ricercatori europei e statunitensi, guidati dal dottore John Maris del ‘Children Hospital di Filadelfia’, che ha scoperto il gene MLO1 che, alterandosi, puo’ causare questo tipo di cancro molto raro. “Il tumore”, ha detto l’ex primario di Oncologia dell’ospedale Gaslini di Genova, Bruno De Bernardi “e’ la prima causa di mortalita’ per i bambini. In Italia sono 1.500 i casi di tumori che ogni anno colpiscono pazienti in eta’ prescolare. Il 9% di questi (125-130 minori) sono affetti da neuroblastoma e solo il 50% guarisce”. Allo studio, che e’ stato pubblicato sulla rivista scientifica inglese ‘Nature’, ha partecipato il docente di Genetica medica dell’universita’ ‘Federico II’ di Napoli, Achille Iolascon, e un ricercatore dell’ateneo partenopeo, Mario Capasso.

“Abbiamo analizzato il dna di 2.251 pazienti malati e 6.097 bambini sani”, ha spiegato Iolascon, “e scoperto che nei pazienti affetti da neuroblastoma questo gene e’ alterato. Oggi la diagnosi arriva spesso troppo tardi, anche perche’ molti medici tendono a escludere una patologia cosi’ grave in un bambino. Ora sara’ possibile accelerare i tempi e pensare a nuovi farmaci che possano curare questo tumore, senza ricorrere alla chemioterapia o all’intervento chirurgico”. L’alterazione del gene MLO1, pero’, “e’ solo una delle tante cause che possono portare al neuroblastoma”. Per questo, chiarisce Iolascon, “e’ fondamentale proseguire gli studi, anche perche’ la scoperta che presentiamo oggi puo’ essere utile nella cura di altri tumori. Purtroppo i nostri fondi ci bastano solo per sopravvivere. Senza l’aiuto dell’America non ce l’avremo fatta, visto che sono stati investiti milioni di dollari”. Un contributo “piccolo, ma significativo”, e’ arrivato da Open, l’associazione di genitori che finanzia progetti di oncologia pediatrica attraverso donazioni e borse di studio per i ricercatori. Altro aiuto dal Centro di ingegneria genetica (Ceinge) di Napoli, che ha messo a disposizione dei ricercatori macchinari e tecnologie, riducendo sensibilmente i costi per i due ricercatori campani. (AGI) .

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