Ormone della crescita in eta’ matura ‘promuove’ degenerazioni
Una ricerca mostra che l’assunzione in età matura dell’ormone della crescita come ‘ricostituente per ringiovanire’ è una pratica azzardata e controproducente
Un composto che agisce in senso opposto all’ormone della crescita mostra la capacità di rallentare l’invecchiamento alleviando alcuni sintomi dei disturbi legati all’età. La scoperta, apparentemente controintuitiva, fatta da ricercatori della Saint Louis University è descritta in un articolo pubblicato on line sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
“Molte persone anziane hanno assunto l’ormone della crescita come ‘ricostituente per ringiovanire’. I nostri risultati indicano però fortemente che assumerlo durante la mezza età o da anziani possa essere un azzardo”, osserva John E. Morley direttore del Centro di geriatria medica ed endocrinologia della Saint Louis University School of Medicine, che ha diretto lo studio.
I ricercatori hanno studiato un composto, indicato dalla sigla MZ-5-156, che è un antagonista del GHRH, un ormone che controlla il rilascio dell’ormone della crescita, somministrandolo a un ceppo di topi appositamente ingegnerizzati per lo studio dei processi di invecchiamento. In questo modo hanno potuto osservare che l’MZ-5-156 esercitava effetti positivi sullo stress ossidativo cerebrale, consentendo un miglioramento delle capacità cognitive, dell’attività della telomerasi e della durata della vita, oltre che una diminuzione dell tasso di insorgenza di tumori.
Da studi precedenti era noto che, come altri antagonisti dell’ormone GHRH, il composto tende a inibire diverse forme di cancro umano fra cui quelli della prostata, del seno e del polmone e del cervello. Ora però si conferma che esercita effetti positivi anche sulle capacità di apprendimento e sulla memoria a breve termine, probabilmente attraverso la sua attività antiossidativa a livello cerebrale