Danni da smog alle vie respiratorie: spiegato il meccanismo

0
lungs

Il risultato dello studio fornisce così un bersaglio terapeutico per quelle persone che sono più sensibili all’inquinamento atmosferico e al danno dei tessuti polmonari


Il meccanismo con il quale le particelle di gasolio combusto danneggiano le cellule delle vie aeree è stato scoperto dai ricercatori del Duke University Medical Center.

“Una delle questioni aperte è perché alcune persone possano rimanere relativamente in salute in aree con un alto tasso d’inquinamento mentre altre no”, ha spiegato Wolfgang Liedtke, che ha coordinato lo studio apparso sull’ultimo numero della rivisra Environmental Health Perspectives.

Le particelle che costituiscono i gas di scarico dei motori diesel, una delle maggiori componenti dell’inquinamento atmosferico, consistono di nuclei di carbonio rivestiti da composti chimici e metalli. Il gruppo della Duke ha mostrato che il nucleo libera questi composti organici sulla superficie delle cellule ciliate, che rimuovono il muco dalla mucosa tracheobronchiale.

Il contatto con questi composti scatena una cascata di segnali all’interno delle cellule che coinvolge il circuito del canale ionico TRPV4, ma in alcuni pazienti, portatori di una mutazione di singolo nucleotide a carico del gene MMP-1, la risposta è molto più intensa. La proteina corrispondente è infatti un mediatore che distrugge il tessuto polmonare, danneggiando quindi il tessuto bronchiale a diversi livelli e determinando patologie anche gravi come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o l’enfisema.

Il risultato dello studio fornisce così un bersaglio terapeutico per quelle persone – che rappresentano il 75 per cento della popolazione generale – che sono più sensibili all’inquinamento atmosferico e al danno dei tessuti polmonari.

“Se riuscissimo ad arrestare l’iperattività della MMP-1 in risposta alle particelle di scarico dei motori diesel e a ridurre tale attività a livelli gestibili dall’organismo sarebbe un grande sollievo per molte persone in tutto il mondo”, ha concluso Liedtkehe.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *