Proteina della longevita’ e cancro alla prostata
La delezione del gene che esprime questa proteina dà origine negli animali a lesioni cancerose legate a una riduzione dei meccanismi di autofagia
La “proteina della longevità” SIRT1, così soprannominata per i suoi effetti sull’allungamento della vita riscontrati in diverse specie animali, è in grado di inibire lo sviluppo di cellule note come precursori del cancro della prostata.
A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Kimmel Cancer Center a Jefferson, che ne danno conto in un articolo pubblicato on line sulla rivista Cancer Research.
Gli studiosi hanno osservato che nei topi la delezione del gene che esprime questa proteina dà origine negli animali a lesioni cancerose legate a una riduzione dei meccanismi di autofagia, che la cellula utilizza per degradare i propri stessi componenti e prodotti potenzialmente pericolosi, il cui accumulo può innescare una deriva tumorale.
“Il cancro della prostata è uno dei tumori che ha un rapporto diretto con l’invecchiamento. E questi risultati forniscono per la prima volta un legame diretto fra l’insorgenza del cancro della prostata e il gene per SIRT1 che regola l’invecchiamento”, ha osservato Richard G. Pestell, uno degli autori.
Studi precedenti avevano mostrato che la proteina SIRT1 può inibire la crescita tumorale in alcuni cancri ma anche promuoverli inattivando il soppressore tumorale p53, ma finora non era noto il suo ruolo di regolazione nello sviluppo del cancro della prostata
Poiché i risultati dello studio indicano che l’attivazione del gene per SIRT1 potrebbe bloccare la progressione del cancro della prostata, il gruppo di ricerca del Kimmel Cancer Center ha iniziato a testare su linee cellulari umane diverse sostanze che potrebbero essere utilizzata come farmaci preventivi contro lo sviluppo di quella patologia.