Tumori al seno: si discute sulla ricostruzione, e autotrapianto
Ricostruire il seno dopo un intervento per asportare un tumore mammario senza ricorrere a protesi, grazie all’autotrapianto con tessuti autologhi. Una tecnica, già in uso, che offre alle donne operate per cancro risultati più naturali, in termini estetici, e senza le complicanze, anche serie, legate all’uso delle protesi. Del tema si discutera’ nel corso dell’incontro ‘Con tutta me stessa…la ricostruzione del seno con tessuti autologhi’, in programma il 13 gennaio presso il ministero della Salute, Lungotevere Ripa 1, dove sarà anche presentato il II workshop internazionale di ricostruzione del seno, al via il 14 presso la sede all’Eur del ministero.
Tra le strutture italiane che utilizzano la tecnica l’ospedale Sant’andrea di Roma. Con le 250 ricostruzioni del seno con il tessuto prelevato dal basso addome della stessa paziente, infatti, l’equipe di Fabio Santanelli, titolare della cattedra di chirurgia plastica della II facoltà di Medicina e psicologia dell’Università la Sapienza di Roma, si conferma il team chirurgico con la maggiore esperienza in Italia di interventi con questa tecnica, più precisamente nota come ‘ricostruzione con lembo Diep’. “Dall’avvio della Breast unit all’ospedale sant’Andrea di Roma nel marzo 2004 – spiega Santanelli – abbiamo avuto una costante crescita di richieste di questo intervento, completando già dal secondo anno la disponibilità data dall’ospedale di un intervento a settimana”. Si tratta, in pratica, di una ‘addominoplastica’ per la ricostruzione del seno: un lembo di tessuto cutaneo e grasso dell’addome viene trasferito sul petto a ricomporre la mammella persa.
Le ricostruzioni con tessuti autologhi, e in particolare tra questi quella con il lembo Diep, rappresentano il ‘golden standard’ della ricostruzione del seno, e offrono a una donna che ha dovuto affrontare un’operazione radicale la possibilità di riavere una mammella quanto più possibile simile a quella naturale, per consistenza al tatto, calore e comportamento in movimento. “Addirittura – aggiunge il responsabile dell’unità operativa di chirurgia plastica del sant’Andrea – il seno così ricostruito ingrassa e dimagrisce con il resto del corpo della signora, e affronta i normali processi dovuti al trascorrere del tempo, senza quindi evidenziare una marcata differenza con l’altro seno”.
Il tumore della mammella è quello più frequente nel sesso femminile e costituisce attualmente quasi il 30% di tutte le diagnosi tumorali. Ogni anno in Italia sono diagnosticati circa 38.000 nuovi casi (dati min. Salute 2010); per molte di queste donne si prospetta la necessità di un intervento di asportazione del seno, e la ricostruzione con tessuti autologhi, ancora non sufficientemente conosciuta dalle dirette interessate, potrebbe essere la risposta che cercavano.
Altro aspetto positivo della ricostruzione con lembo Diep è che nella grande maggioranza dei casi si può eseguire nello stesso momento operatorio dell’intervento di asportazione della mammella malata. “Così la paziente entra ed esce dalla sala operatoria comunque con entrambi i seni, con l’effetto di alleviare notevolmente la sensazione di perdita dovuta a una mastectomia. Evitando lo stress di vedersi per mesi senza seno, in attesa del tempo necessario per poi inserire una protesi”.