Vespe, moscerini, sviluppo del cancro.
Per difendersi dalle uova deposte nel suo corpo da vespe parassitoidi, la drosofila scatena una risposta infiammatoria in cui agiscono processi di sumoilazione potenzialmente cancerogeni
Alcune piccole vespe parassitoidi possono avere un importante ruolo nel controllo delle popolazioni di altre specie di insetti deponendo le uova all’interno del loro corpo, uova da cui nascono larve che che si nutrono dell’ospite. Quest’ultimo, tuttavia non è completamente sprovvisto di difese da questo subdolo attacco. Nella drosofila, per esempio, le uova della vespa attivano sia una risposta immunitaria umorale sia una risposta cellulare che tende a incapsularle e a soffocarle.
Ora una ricerca condotta presso il City College of New York e pubblicata sulla rivista PLoS Pathogens ha rivelato uno stretto parallelismo fra questo meccanismo e quelli che portano allo sviluppo di alcuni tipi di cancro.
“Ci sono somiglianze fondamentali fra i due processi. La risposta all’infezione da vespa è simile a un’infiammazione acuta, mentre il cancro nei mammiferi è affine a un’infiammazione cronica, in cui la regolazione della risposta a un’aggressione va fuori controllo”, ha detto Shubha Govind, che ha diretto lo studio.
Il sistema che contrasta lo sviluppo delle uova è estremamente controllato e la Govind ne paragona il funzionamento a quello di un termostato, con specifiche proteine capaci di rilevare la presenza delle uova che innescano una risposta immunitaria che si arresta solo a invasione debellata.
Tuttavia, quando il meccanismo di regolazione va in tilt, può svilupparsi un cancro attraverso processi di sumoilazione, ossia meccanismi di regolazione della funzione e della localizzazione delle proteine attraverso una loro modificazione post-traduzionale grazie all’aggiunta di piccole proteine simili all’ubiquitina (donde il nome Small Ubiquitin-like Modifier).
“Ci sono numerosi dati che indicano che il fondamentale meccanismo di regolazione scoperto nella drosofila sia attivo anche nell’uomo”, ha osservato la Govind. “Considerate le somiglianze molecolari fra la drosofila e i mammiferi, è ora possibile usare questi moscerini per testare nuovi farmaci antinfiammatori” che, pur non agendo direttamente contro il cancro, permettano di controllare i processi infiammatori e ritardare la progressione maligna delle cellule.
Altre possibili applicazioni riguardano l’agricoltura, e in particolare il controllo degli insetti infestanti attraverso il ricorso a parassitoidi in grado di disattivarne le difese.