Artrite Reumatoide: allo studio un enzima considerato chiave

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Un gruppo di ricercatori dell’Università di Göteborg, in Svezia, ha identificato un enzima in grado di proteggere dall’infiammazione e dalla distruzione delle cartilagini articolari, due tratti caratteristici dell’artrite reumatoide.

La scoperta, arrivata in modo inaspettato in seguito all’inibizione della produzione dell’enzima GGTasi-I in topi transgenici, potrebbe aprire la strada all’indetificazione di nuovi meccanismi che controllano lo sviluppo di patologie infiammatorie e di conseguenza all’individuazione di nuovi bersagli terapeutici.

La GGTasi-I si ritrova in tutte le cellule ma è particolarmente importante per la funzione delle cosiddette proteine CAAX nelle cellule infiammatorie, poiché ne consente il legame con un acido grasso simile al colesterolo. Alcuni farmaci, finora testati su pazienti affetti da tumore, si basano proprio sulla soppressione dell’attività della GGTasi-I e di conseguenza di quella delle proteine CAAX.

Molti ricercatori si sono chiesti pertanto se non possano essere utili anche nel trattamento dell’artrite reumatoide e in altri disturbi infiammatori. Il problema è che il trattamento con sostanze in grado di inibire la GGTasi-I si è spesso dimostrato non specifico, rendendo difficile valutare il suo potenziale come farmaco.

“Sulla base di queste considerazioni, abbiamo sviluppato una strategia differente, silenziando il gene che codifica per la GGTasi-I”, ha spiegato Omar Khan, che ha guidato lo studio, i cui risultati sono riportati sul Journal of Clinical Investigation. “Ciò è stato fatto per valutare se il blocco completo dell’enzima potesse inibire lo sviluppo delle patologie infiammatorie”.

I risultati tuttavia hanno smentito del tutto le ipotesi: invece di inibire l’infiammazione, il deficit di GGTasi-I nei macrofagi ha portato i topi della sperimentazione a sviluppare una condizione d’infiammazione cronica con erosione ossea e cartilaginea molto simile all’artrite reumtoide negli esseri umani.

Ciò ha portato a una rivalutazione del ruolo delle GGTasi-I rispetto alla funzione delle proteine CAAX: si è così scoperto che un sottotipo di queste ultime non solo può agire pressoché normalmente nei macrofagi privi dell’enzima, ma anche aumentare per numero e attività. Tale processo porta a sua volta a un’iperattività dei macrofagi, che ha prodotto grandi quantità di sostanze pro infiammatorie.

Per contro si è stabilito che le GGTasi-I agiscono su 50 differenti tipi di proteine CAAX e che solo una di queste, denominata RAC1, sembra essere alla base del disturbo. La stessa RAC1 viene inibita dall’azione della GGTasi-I, con il risultato di un effetto protettivo rispetto allo sviluppo dell’artrite.

I risultati, in definitiva, fanno supporre che gli inibitori delle GGTasi-I possano in realtà indurre l’artrite invece di fornire una cura. (fc)

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