Curcuma: studio sul potere rigenerante delle cellule cerebrali dopo ictus

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curcuma

La nota spezia, già oggetto di numerose ricerche, ora si ritiene possa essere un aiuto nel rigenerare le cellule cerebrali dopo un ictus

Gli scienziati statunitensi hanno puntato gli occhi sulla curcuma, una spezia molto utilizzata nella cucina indiana. Questa volta, lo hanno fatto perché ritengono possa essere utile nel rigenerare le cellule del cervello dopo che si è stati vittima di un ictus.

La sostanza oggetto dell’interesse degli scienziati, in verità, è la curcumina: un componente della curcuma. Ed è lei quella che in genere si utilizza negli studi scientifici, dato che è il suo principio attivo ad avere proprietà terapeutiche.
Partendo da questo, i ricercatori, intenderebbero creare un farmaco specifico da utilizzare principalmente nei casi di ictus.

Lo studio, per ora, è stato condotto su modello animale ma il dottor Paul Lapchak del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles è ottimista e ritiene che le prove del farmaco potrebbero iniziare a breve. Questo nuovo farmaco si ritiene possa ripristinare il percorso dei neuroni intaccato dall’ictus.
A differenza di un altro farmaco già utilizzato in questi casi, questo non andrebbe ad agire sui coaguli ma se somministrato entro tre ore (un’ora per gli animali) riduce i danni dell’ictus come deficit motori e problemi di controllo dei movimenti e muscolari.

Questo composto è in grado di attraversare facilmente la barriera emato-encefalica, un ostacolo di non poco conto. Allo stesso modo «viene rapidamente diffuso nel cervello andando a mediare i vari meccanismi critici coinvolti nella sopravvivenza dei neuroni», ha spiegato Lapchak durante la presentazione del farmaco, al momento denominato CNB-001, all’American Heart Association International Stroke Conference di Los Angeles (8-11 febbraio 2011).

Gli scienziati, ritengono che il composto da loro ideato sia l’unica soluzione adatta all’utilizzo di questa spezia poiché, se utilizzata di per sé, non riesce a superare la già citata barriera emato-encefalica, non viene assorbita correttamente dall’organismo e ha difficoltà a raggiungere l’obiettivo quando impiegata in alte concentrazioni.
In sostanza, se vogliamo usare la curcuma come ingrediente per i nostri piatti possiamo farlo in tutta tranquillità sapendo che, comunque sia, dei benefici li apporta. Ma se l’uso deve essere “medico”, allora il farmaco è l’unica soluzione. Almeno per ora.

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