Malaria: nuova zanzara evoluta potrebbe essere una minaccia per nuove antimalariche

0
anofele

Anche se piu’ ‘giovane’ in termini evoluzionistici, non per questo e’ meno scaltra. Anzi. Il nuovo tipo di zanzara anofele scoperto da alcuni scienziati francesi in Africa, promette infatti di dare filo da torcere e rendere ancora piu’ difficile la lotta per controllare la malaria.

Si tratta di un sottogruppo dell’Anophele gambiae, principale responsabile delle infezioni da malaria nel continente nero, mai scoperto prima, come spiega la rivista ‘Science’.
Alcuni ricercatori francesi dell’istituto Pasteur hanno trovato queste zanzare, chiamate Goundry, nei laghi e negli acquitrini vicino ad alcuni villaggi in Burkina Faso, scoprendo che si tratta di un insetto molto sensibile al parassita della malaria, che predilige gli ambienti esterni e non quelli chiusi, e che percio’ puo’ sfuggire alle misure di controllo messe in atto per evitare la malattia. Proprio per questo suo comportamento, tra l’altro, non e’ mai stata scoperta finora. La raccolta degli insetti infatti di solito avveniva nelle abitazioni.

”Queste zanzare sono molto suscettibili al parassita della malaria – spiega Ken Vernick, membro del team di ricercatori – e appartengono a una specie che ha una particolare preferenza per il sangue umano”. Dopo averle studiate in laboratorio, gliscienziati hanno inoltre scoperto che la Goundry e’ qualitativamente e geneticamente diversa dalle altre A. Gambiae, che vivono negli ambienti chiusi. Il che suggerisce, secondo gli scienziati, che sia un insetto piuttosto giovane in termini evolutivi, e che possa essersi sviluppato in questo modo per riposarsi in traquillita’ dopo aver morso l’uomo e sfuggire alle misure di controllo negli ambienti interni, come gli spray insetticidi o le pareti ricoperte di insetticida. ”Questo nuovo tipo di zanzara anofele – spiega David Modiano, professore di Parassitologia all’universita’ La Sapienza di Roma – ha un comportamento di riposo diverso dalle altre, visto che sceglie gli spazi esterni. Il fatto che siano cosi’ numerose e abbiano queste caratteristiche e’ una notizia di enorme interesse per l’epidemiologia della malaria e le sue strategie di controllo”. E’ molto probabile che siano importantissime per la trasmissione di questa infezione e dimostra, ”una volta di piu’, quanto siano in grado di adattarsi rapidamente alle situazioni ecologiche e anche alle pressioni selettive indotte dall’uomo – conclude Modiano – Una strategia efficace di lotta alla malaria, nelle zone a trasmissione medio-bassa, deve prevedere l’utilizzo di piu’ strumenti, che vanno dalla lotta alla zanzara, il consolidamento dei sistemi sanitari e la disponibilita’ di farmaci per la popolazione e gli insetticidi”. (ANSA).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *