Tumore alla vescica: un nuovo test dalle urine
Si potra’ diagnosticare il tumore della vescica con un semplice test delle urine, invece che con l’invasiva cistoscopia.Il test e’ stato sperimentato con successo all’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino e i risultati della ricerca e della scoperta saranno pubblicati a maggio su ‘The Journal of Urology’, la piu’ prestigiosa rivista scientifica internazionale di urologia. L’incidenza del carcinoma della vescica, tre volte piu’ frequente nell’uomo rispetto alla donna, e’ in costante aumento nei Paesi industrializzati.
La realta’ italiana e piemontese, in particolare, e’ preoccupante: secondo il registro tumori di Torino, il tasso grezzo di incidenza e’ di 95,7 nuovi casi all’anno ogni 100.000 uomini e di 22,7 nuovi casi all’anno ogni 100.000 donne e la mortalita’ e’ rispettivamente di 20,2 decessi all’anno ogni 100.000 uomini e di 5,7 decessi all’anno ogni 100.000 donne. Circa un quinto dei casi di carcinoma della vescica e’ dovuto all’esposizione lavorativa a sostanze cancerogene, in particolare le amine aromatiche. Anche il fumo di sigaretta e’ una importante causa di carcinoma della vescica ed i forti fumatori hanno un rischio fino a 6 volte superiore rispetto ai non fumatori. Allo stato attuale la diagnosi si basa ancora, nel maggior numero dei casi, sul riconoscimento dei sintomi, il piu’ frequente dei quali e’ l’ematuria, cioe’ l’emissione di sangue con l’urina e, in questi casi, un quarto circa dei pazienti ha gia’ una malattia infiltrante, che non puo’ essere trattata con la semplice terapia endoscopica, ma che richiede l’asportazione chirurgica della vescica. La metodica piu’ affidabile per la diagnosi e per i controlli successivi all’asportazione endoscopica della neoplasia e’ la cistoscopia, esame invasivo che deve essere spesso ripetuto, nella maggior parte dei casi per tutta la vita. Per questa ragione sono utilizzati altri test non invasivi sulle urine (esame citologico, uCyt+, BTA stat NPM22, ecc.), ma nessuno di questi test ha un’affidabilita’ diagnostica paragonabile alla cistoscopia con eventuale biopsia.Le ricerche che si stanno conducendo da qualche anno all’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino, diretta dal professor Dario Fontana coadiuvato dal dottor Paolo Destefanis, in collaborazione con il professor Francesco Turrini del dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica dell’Universita’ degli Studi di Torino, coadiuvato dalla dottoressa Giuliana Giribaldi, hanno dimostrato, per la prima volta, utilizzando le sofisticate tecniche di proteomica, la presenza di fosfo-proteine nel tessuto tumorale e quindi nelle urine di pazienti affetti da carcinoma della vescica. In base ai risultati finora ottenuti dai test su circa 150 pazienti, la presenza di fosfo-proteine nell’urina si e’ dimostrata in grado di discriminare i pazienti con carcinoma della vescica dai soggetti sani, con una sensibilita’ e una specificita’ elevatissime, rispettivamente del 96% e del 100%. La ricerca di queste fosfo-proteine nelle urine potrebbe, quindi, rappresentare un esame diagnostico affidabile, non invasivo, estremamente utile sia per il monitoraggio periodico dei soggetti a rischio sia per la diagnosi di ripresa di malattia nei soggetti gia’ trattati per via endoscopica. Questi primi incoraggianti risultati andranno confermati. Per questo motivo e’ in fase di avvio un successivo protocollo di sperimentazione, coordinato dal professor Fontana e dal professor Turrini, che coinvolgera’ altri centri di Urologia in Italia e in Europa, con l’obiettivo di standardizzare il test e di darne una valutazione definitiva per la possibile applicazione nella pratica clinica.