Presso il Policlinico Ponte San Pietro il piu’ piccolo ‘pacemaker’ che controlla l’intestino
Trattamento “high tech” per il trattamento dell’incontinenza: presso il Policlinico di Ponte San Pietro, il dottor Roberto Pozzi dal 2010 ha adottato con successo il nuovo approccio mininvasivo
Bergamo, 28 marzo 2011 – Funziona come un pacemaker ed è poco più grande di una moneta da due euro: queste le dimensioni del nuovo dispositivo per risolvere finalmente il problema dell’incontinenza fecale, adottato con successo da luglio 2010 dal dottor Roberto Pozzi, chirurgo colon-proctologo dell’equipe del Dottor Paolo Ubiali, responsabile del dipartimento di Chirurgia Generale del Policlinico Ponte San Pietro, unico centro nel territorio di Bergamo e provincia a offrire questa soluzione.
“L’incontinenza fecale è dovuta spesso una lesione sfinteriale, che può comparire in seguito di numerose circostanze, come un parto dove può anche essere associata la lesione di alcuni nervi sacrali o ad interventi di chirurgia del retto, oppure può essere di origine non nota – spiega il Dr. Pozzi – La vita dei pazienti che soffrono di certe disfunzioni croniche intestinali risulta condizionata dall’utilizzo costante di pannolini o assorbenti, nella continua preoccupazione che un’improvvisa perdita possa metterli in una condizione di comprensibile difficoltà. Per questo la loro vita sociale e personale è condizionata dalla necessità di ricorrere con rapidità alla toilette, non solo per l’incontinenza ma anche per la frequenza/urgenza.”
Si tratta infatti di pazienti che preferiscono spesso non manifestare, per vergogna, questo problema, rinunciando di fatto alle possibili cure.
Quando le terapie conservative (farmacoterapia, biofeedback) risultano inefficaci, l’approccio più innovativo per trattare le disfunzioni del pavimento pelvico che portano all’incontinenza fecale o alla stipsi è la neuromodulazione sacrale, tecnica che favorisce il controllo di questi disturbi mediante l’impianto di un semplice sistema che invia lievissimi impulsi elettrici, attraverso un piccolo elettrodo, ai nervi sacrali, quelli che controllano gli organi deputati alla continenza. La neuromodulazione è una pratica esistente da diversi anni, ma si è ora evoluta attraverso sistemi sempre più piccoli e confortevoli, come il nuovo dispositivo, che si inserisce per via percutanea con un procedimento mininvasivo in anestesia locale. Negli studi clinici l’impianto ha dimostrato di trattare efficacemente alcuni tipi di disturbi correlati al controllo dell’intestino e della vescica in molti pazienti che non avevano ottenuto risultati o non tolleravano trattamenti farmacologici
“Medici e pazienti possono valutare l’efficacia della terapia con un semplice test, ovvero una stimolazione di prova di circa un mese, prima di procedere all’impianto definitivo del sistema – spiega il Dr. Pozzi – Con il dispositivo definitivo il paziente riceve un piccolo telecomando che permette di regolare l’intensità dell’impulso elettrico a seconda della necessità. Da luglio 2010, su 8 pazienti solo uno non ha risposto al test, a causa di una condizione fisica già molto compromessa. Due casi di successo, invece, ad esempio riguardano un paziente di 60 anni, operato per un tumore al retto, con successiva incontinenza da lesione sfinteriale post-chirurgica, e una paziente con incontinenza totale dovuta a lesioni sfinteriali pregresse che sono peggiorate nel tempo. Entrambi hanno risolto la loro situazione e migliorato completamente la qualità di vita.”
“Le indicazioni codificate per il nuovo dispositivo includono i sintomi della vescica iperattiva, ritenzione urinaria, incontinenza fecale, stitichezza e dolore pelvico cronico, ma ad oggi i casi trattati presso il Policlinico sono stati 5 per incontinenza fecale, 2 per stipsi e un caso di dolore anale cronico idiopatico con sofferenza dei nervi sacrali.” – conclude Pozzi.
Questo tipo di soluzione è già stata indicata da tempo come trattamento standard per le disfunzioni croniche urinarie e fecali e viene attualmente applicata nei più importanti Centri di Urologia, NeuroUrologia, Ginecologia e Chirurgia italiani, e nel mondo ormai quasi 10.000 pazienti beneficiano già di questa terapia. Per ulteriori informazioni consultare i siti www.terapiaincontinenza-fecale.com e www.terapiaincontinenza-urinaria.com.
Come funziona il pacemaker?
Il sistema InterStim è costituito da un piccolo neurostimolatore, un elettrocatetere e un programmatore per il paziente. La Terapia InterStim funziona mediante la stimolazione elettrica dei nervi sacrali, che controllano la vescica e i muscoli circostanti, i quali presiedono alla funzione dello svuotamento intestinale. I nervi sacrali vengono stimolati attraverso un elettrocatetere in anestesia locale. L’elettrocatetere è collegato direttamente al nuovo neurostimolatore (poco più grande di una moneta da 2 euro) che viene impiantato nella parte superiore del gluteo. Il neurostimolatore invia lievi impulsi elettrici al nervo sacrale attraverso l’elettrocatetere. Il paziente percepisce una leggera sensazione di formicolio non fastidiosa. Con un programmatore esterno il medico regola lo stimolatore in modo da ottimizzare la terapia per ogni paziente. Attraverso il piccolo telecomando fornitogli in dotazione, il paziente può accendere, spegnere e regolare l’intensità della stimolazione.