Prugne secche piu’ efficaci delle fibre: ecco lo studio
Le prugne secche sono più efficaci della fibra psyllium nel combattere la stitichezza. Lo studio.
Poco più di un anno fa ricercatori dell’Università di Utrecht in Olanda, sbandieravano ai quattro venti le rinomate proprietà dello psyllium nel combattere i sintomi derivanti dal colon irritabile. Ma non solo, questa fibra naturale proveniente da alcuni tipi di frutta viene oggi largamente utilizzata per combattere la stitichezza.
Oggi, alcuni ricercatori scoprono invece che le prugne secche della California battono lo spyllium in quanto a capacità di combattere la costipazione. Per avere dei risultati soddisfacenti, secondo gli studiosi, bisognerebbe consumare una cinquantina di grammi di prugne secche al giorno, pari a 6 grammi di fibre.
Con la costanza di almeno tre settimane si otterrebbero ottimi risultati grazie anche alla presenza di sorbitolo e polifenoli contenuti nel frutto.
Le prugne secche, contengono, infatti, circa 15 grammi di sorbitolo per 100 grammi di parte edibile – ingrediente noto come lassativo osmotico. I polifenoli, invece, sono presenti nella quantità di 184 mg per 100 grammi di frutto.
«Data la loro appetibilità, la tollerabilità e la disponibilità, le prugne secche devono essere considerate l’approccio iniziale alla gestione della stipsi da lieve a moderata entità della popolazione», spiega Satish Rao, dell’Università dell’Iowa Carver College (Usa).
Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno coinvolto 40 volontari affetti da costipazione cronica (meno di tre evacuazioni a settimana). Tutti i partecipanti allo studio avevano una media di 38 anni d’età. In maniera causale i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno consumava cinquanta grammi di prugne secche al giorno e l’altro 11 grammi di psyllium prodotto da una nota azienda. Lo studio è durato tre settimane.
Dai risultati è emerso che le persone che consumavano prugne hanno ridotto notevolmente il grado di stitichezza, rispetto al gruppo che consumava la fibra psyllium. I movimenti intestinali delle persone che consumavano prugne erano, infatti, di una media di 1,8 prima di iniziare la cura ed erano aumentati a 3,5 al termine dello studio. Con la fibra, invece, si è arrivati solo a un massimo di 2,8. Ma a prescindere dalla frequenza, anche la consistenza e il volume delle feci era notevolmente migliorato.
«Questi risultati confermano l’idea generale che le prugne secche che sono ampiamente consumate, possono essere utili nel trattamento della stipsi», continuano gli autori dello studio.
«Da quando abbiamo provato una dose equivalente di fibra alimentare, è probabile che il miglioramento clinico osservato con il consumo di prugne secche sia molto probabilmente dovuto al beneficio di altri componenti delle prugne al di là del suo contenuto di fibre e/o la miscela di fibre solubili e insolubili in questo composto», concludono i ricercatori.