Scoperto un virus che mangia..virus
Grazie alla sua azione a scapito di un altro virus che infetta le alghe di un lago antartico, queste ultime risecono a sopravvivere e a fiorire nel loro ambiente
Nelle acque di un lago antartico, l’Organic Lake, nella regione di Vestfold Hills, un gruppo di biologi diretti da Ricardo Cavicchioli dell’University of New South Wales, ha scoperto un singolare virus che parassita altri virus, che appartiene dunque alla cosiddetta categoria dei viriofagi.
Come viene illustrato in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academies of Sciences, questo nuovo virus, chiamato Organic Lake Virophage (OLV), è il terzo di questo tipo mai scoperto ed stato identificato notando che le sequenze nelle proteine del capside di un altro virus somigliavano a quelle di un altro viriofago scoperto nel 2008 a Parigi in una torre di raffreddamento, e che era stato soprannominato Sputnik.
Sputnik è stato in assoluto il primo di questi singolari organismi mai identificato. Pochi mesi dopo, una altro gruppo di ricerca aveva annunciato la scoperta dell’esistenza di un secondo viriofago, oggi noto come Mavirus. Nel caso di Sputnik, esso era stato identificato in una ameba infettata da un mamavirus, del quale devia i processi di replicazione a proprio vantaggio impedendo al contempo la replicazione di quello.
Il nuovo genoma di OLV è stato invece scoperto esaminando la microflora del lago antartico e in particolare alcune alghe, che erano state infettate da un picodnavirus, un gruppo di virus che attacca questi organismi. Grazie alla superinfezione da parte di OLV, l’azione di questi picodnavirus non riesce però in genere ad andare a buon fine, consentendo alle alghe di prosperare nelle acque del lago e dare origine alle caratteristiche “fioriture” estive.
I ricercatori osservano che sequenza proteiche anomale simili a quelle da loro osservate sono state ritrovate anche in campioni prelevati in altre aree del globo, a partire da un altro vicino laghetto antartico fino alle isole Galapagos, Panama e una baia del New Jerseyy. La scoperta apre quindi le porte alla possibile scoperta di diversi altri viriofagi e a una migliora comprensione dei complessi meccanismi che regolano il mondo dei virus.