Interventi di protesi al ginocchio: al Policlinico di Abano si operera’ con il Robot Rio (Mako-Plasty)

0
robot_mako_rio

L’Unità Operativa di Chirurgia del Ginocchio del Policlinico sarà il primo centro in Europa ad adottare la tecnologia robotica RIO (MAKO-Plasty) per gli interventi di chirurgia protesica al ginocchio. Grazie all’accuratezza dell’intervento, si riducono i tempi di recupero e si allarga la fascia d’età di pazienti a cui proporre una soluzione di tipo protesico.
Abano Terme (Padova), 12 aprile 2011. Il Policlinico di Abano Terme sarà il primo centro in Europa ad adottare la tecnologia robotica RIO (MAKO-Plasty) per gli interventi di chirurgia protesica al ginocchio. Si tratta di una nuova piattaforma tecnologica di chirurgia ortopedica sviluppata nel 2006 negli Stati Uniti, dove è oggi particolarmente diffusa. La piattaforma tecnologica è dotata di un braccio robotico, denominato RIO, grazie al quale il chirurgo può inserire protesi monocompartimentali, ovvero effettuare sostituzioni del solo compartimento malato del ginocchio (femoro-tibiale o femoro-rotuleo). I risultati chirurgici sono estremamente positivi: l’impianto di protesi tramite il sistema robotico è infatti 3 volte più accurato rispetto alla tecnica manuale e permette un risparmio di sostanza ossea che si traduce in una duttilità maggiore della protesi stessa. Attualmente è inoltre allo studio anche la possibilità di eseguire impianti di una protesi totale tramite questa tecnica chirurgica.

 

“Questo strumento – spiega il dottor Roberto Nardacchione, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia del Ginocchio del Policlinico di Abano Terme – offre al chirurgo la soluzione per il trattamento di pazienti per i quali un tempo non vi erano cure adeguate. Non solo. Grazie all’accuratezza dell’intervento, si riducono i tempi di recupero e di ricovero, con una media di 2-3 giorni di ospedalizzazione.”

 

Negli Stato Uniti il robot Rio è utilizzato in 64 centri, per un totale di 324 chirurghi abilitati, con un numero di interventi pari a 5.869 di cui 3.485 solamente nel 2010. Alla luce dei risultati positivi delle applicazioni, il Policlinico di Abano, primo in Italia, ha deciso di  importare questa tecnologia nel nostro Paese. Per apprendere e poter utilizzare la metodica di Mako-Plasty, il dottor Nardacchione ed i suoi collaboratori, dottor Davide Bertolini e dottor Claudio Khabbazè, si sono recati negli Stati Uniti per un periodo di training.

 

“Il robot RIO – spiega il dottor Nardacchione – fatta salva la necessaria esperienza e capacità individuale, permette al chirurgo di lavorare con maggiore precisione e in modo meno invasivo, garantendo al paziente migliori risultati in termini di ripresa della mobilità e controllo del dolore. In mano ad un chirurgo esperto sono evidenti i vantaggi che questa attrezzatura può offrire poiché si fornisce al medico uno strumento dalla precisione straordinaria. Inoltre, l’auspicata riduzione dei margini di insuccesso allarga la fascia d’età di pazienti a cui proporre una soluzione di tipo protesico”.

 

Ma come avviene l’operazione? “Dopo la consueta valutazione clinica del paziente, si procede all’acquisizione di una TAC tridimensionale, – spiega il dottor Nardacchione – mediante la quale il chirurgo può programmare il posizionamento ottimale della protesi, per ripristinare la cinematica del ginocchio. Una volta pianificato l’intervento al computer si passa al tavolo operatorio, dove un sistema di telecamere ad infrarossi permette al chirurgo di riprodurre fedelmente il lavoro preimpostato. L’operazione viene seguita su un monitor, simulando il lavoro in artroscopia, ed è eseguita dal medico mediante un braccio robotico guidato dal software, che effettua la fresatura per l’alloggio della protesi. Con questa metodica si limano gli errori dovuti al gesto chirurgico, all’imprecisione dello strumentario, senza dimenticare il grande risparmio di tessuto osseo. Cementata la protesi, l’intervento si conclude con la consueta sutura per strati dei tessuti. Il paziente inizia il recupero funzionale a distanza di poche ore”.

 

UNITÀ OPERATIVA DI CHIRURGIA DEL GINOCCHIO  POLICLINICO DI ABANO TERME

Attiva dal gennaio 2008, è organizzata come reparto autonomo con 24 posti letto e si avvale di un’équipe di medici specialisti dedicati al trattamento chirurgico delle patologie del ginocchio. Ogni setitmana si eseguono circa venti interventi di chirurgia maggiore (o chirurgia protestica) e circa trenta di chirurgia varia, per lo più effettuati con metodologia endoscopica o in Day Surgery (ricovero breve). Per garantire il miglior servizio al paziente, l’Unità operativa, fiore all’occhiello del Policlinico di Abano Terme, dispone di sale operatorie tecnologicamente molto avanzate sia per quanto riguarda l’attrezzatura chirurgica sia per quel che riguarda l’approccio anestesiologico.

Qui vengono curate le patologie meniscali, si procede al trattamento della cartilagine, alla correzione dell’asse degli arti, alla ricostruzione dei legamenti, alla terapia dell’artrosi con protesi di tipo totale o parziale fino alle revisioni, ossia la sostituzione di protesi ormai obsolete. Per il trattamento chirurgico della patologia artrosica ed artritica ci si avvale di metodiche innovative utilizzando artroprotesi di moderna concezione, applicate servendosi, quando possibile, di un approccio chirurgico mininvasivo e, in alcuni selezionati casi, della navigazione computerizzata. Particolare cura viene posta agli interventi di revisione protesica che implicano l’utilizzo di impianti complessi, appositamente costruiti. Dopo la seduta di sala operatoria, il paziente viene seguito in reparto con una precoce riabilitazione e, alla dimissione, indirizzato a un idoneo centro rieducativo per il prosieguo del trattamento. La tecnica artroscopica viene adottata per trattare, oltre alle consuete lesioni meniscali, le patologie cartilaginee mediante innesto di condrociti, inserimenti osteocartilaginei e membrane collageniche. In regime di Day Surgery l’équipe ha sviluppato un’approfondita esperienza in materia di chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore, posteriore e dei collaterali, utilizzando autotrapianti (tendini prelevati dallo stesso paziente) o allotrapianti (tendini prelevati da donatore): mediante quest’ultima tecnica è possibile risolvere instabilità articolari molto complesse o fallimenti di precedenti impianti. Anche la correzione dell’asse degli arti, utile a prevenire la progressione dell’artrosi, è effettuata con la minor invasività chirurgica possibile, avvalendosi di placche di dimensioni molto contenute.

 

 

 

Ufficio Stampa Policlinico Abano Terme (Padova) ufficio.stampa@policlinicoabano.it

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *